Andirivieni senza pace per le vie della città roboante di saliscendi dai palchetti allestiti per il voto il richiamo ad esso che non si dà più al prezzo di una volta quando lo si vendeva a buon mercato ai potenti di turno che oggi infilzati al fianco dalla crisi arrancano su per gli scalini senza ascensore nei sudari della buona domenica a conquistare anche un solo voto anche di protesta ché la gente ne ha pieni gli armadi di protesta e farebbe volentieri discorsi di protesta se non fosse che le parole buttate al vento
sono solo parole
Frastuono da campagna elettorale. Ora giunta al punto del silenzio. La tavola della festa è apparecchiata con i calici del rilancio portuale, i sottopiatti della solidarietà ai bisognosi, le forchette della valorizzazione della cultura e dello sport, i coltelli dei migranti. La tavola è apparecchiata con il tovagliato avanzato dal reparto di ginecologia. Ma non è imbandita. Nelle famiglie indebitate si mangia poco e male. Giusto giusto per non morire di fame.
Nelle famiglie indebitate la dispensa è chiusa a chiave. Perché il debito è una cosa seria. Toglie il sorriso anche ai più ottimisti.
Il futuro sindaco, sovraccarico di responsabilità, dovrà inerpicarsi per cinque anni. Cosciente che i suoi sforzi serviranno a portare la città a un segno, ma non alla vetta.
Data la consistenza del debito ci si sarebbe attesi una rinuncia. Attraversare un lustro senza alcun lustro non è conveniente. Invece sette valorosi hanno messo in gioco la propria reputazione. Forse con leggerezza. Perché in questa sfida il vincitore alla lunga perderà. Non potendo rispondere alle istanze del territorio verrà accerchiato, isolato.
In questa tornata elettorale gli elettori voteranno a loro immagine e somiglianza. Alcuni inguaribilmente speranzosi di raschiare un angolino da consulente. Altri coalizzati attorno al candidato consigliere che ha promesso di sostituire il tubo della fogna che decorre lungo la strada. Scambiano il diritto per favore, con accordi miserandi. Queste malattie guariscono solo con i salti culturali. Roba da filosofi!
In questa tornata elettorale passerà alla storia la pubblicazione della relazione contenente i motivi dello scioglimento per mafia del Comune. Caduta all’improvviso in tempi sospettissimi. E che ha fatto più rumore che altro. Alcuni l’hanno leggiucchiata, altri se la sono fatta raccontare. Ma con il preconcetto di apprendere cose strampalate. E l’indignazione di aver bollato per mafia cose, appunto, strampalate.
Da città strampalata. Dove anche un artista di rango ha sentito la necessità di chiarire la sua posizione riguardo alla presunta parentela con un candidato sindaco. Dove chi grida allo scippo dell’Autorità portuale di Augusta non è di Augusta. E se sapesse davvero cosa pensa il tanto evocato “territorio” sull’ente di cui sopra e sulle assunzioni che ne hanno avvelenato per sempre la stima di tantissimi giovani!
Tornerà l’alba dopo un ciclo di notti peste? Giocoforza ci si metterà su una strada stretta costeggiata dai limiti imposti dal debito. Alla guida salirà chi la città meriterà. A ciascuno il suo sindaco. A ciascuno il suo futuro.
Alessandro Mascia
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