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Augusta| A rischio l’ambulatorio di fisiokinesiterapia: l’allarme delle CdL Cgil.

Augusta| A rischio l’ambulatorio di fisiokinesiterapia: l’allarme delle CdL Cgil.
Sindacale
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Si paventa la chiusura dell’ambulatorio di Fisiokinesiterapia, che si trova nei locali dell’ospedale Muscatello. I segretari delle Camere del Lavoro Cgil di Augusta, Melilli e Villasmundo denunciano le carenze di prestazioni sanitarie che penalizzano, ancora una volta, i cittadini più bisognosi.

“I disabili, gli invalidi, gli anziani ma anche le vittime di incidenti sul lavoro o della strada che, già da tempo faticavano a usufruire dei trattamenti di Fisiokinesiterapia, a causa delle lunghe liste di attesa che talvolta pospongono anche i 300/365 giorni le prestazioni, presto potrebbero non avere più a disposizione la possibilità di usufruire del servizio specialistico fisioterapico a causa dell’insufficiente situazione infrastrutturale e per la mancanza di personale che opera nell’ambulatorio di Medicina fisica e Riabilitazione, il cui unico operatore da qui a poco andrà in pensione”. Ciò è quanto dichiarano Lorena Crisci, Francesco Nicosia e Angelo Lanteri, rispettivamente segretari delle Camere del lavoro Cgil di Augusta, Melilli e Villasmundo chiedendo, in maniera congiunta, al direttore generale dell’Asp di Siracusa Lucio Salvatore Ficarra quale sarà il futuro per questo ambulatorio così necessario alla cittadinanza.

“Necessità che sul territorio – sottolineano i sindacalisti – si è acuita dopo il trasferimento della struttura privata Villa Salus fuori dal territorio megarese. I tre segretari delle Camere del lavoro invitano inoltre Cettina Di Pietro, sindaco di Augusta e Giuseppe Corradino, sindaco facente funzioni di Melilli nonché agli assessori alle Politiche sociali dei due Comuni Spinitta e Corradino a farsi portavoce dei disagi segnalati al fine di promuovere provvedimenti che garantiscano la continuità del servizio. “Non vorremmo che questa chiusura si aggiungesse a quella di altri reparti – concludono Crisci, Nicosia e Lanteri che, come già detto altre volte, abbasserebbe i livelli minimi di assistenza sanitaria fruibile sul nostro territorio”.

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