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Augusta | Accesso a mare per i disabili, il presidente della Consulta bacchetta l’Amministrazione: “atteggiamento miope”

Augusta | Accesso a mare per i disabili, il presidente della Consulta bacchetta l’Amministrazione: “atteggiamento miope”
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Per i disabili, costretti a muoversi in carrozzina, l’acceso a mare è un miraggio- Il problema viene sollevato dalla consulta comunale per le persone con disabilità, presieduta da Sebastiano Amenta, il quale bacchetta la civica Amministrazione per i passi, finora non compiuti in tal senso. “Anche il parco giochi di recente inaugurato al Faro Santa Croce – dice Amenta – lodevole iniziativa ma ahimè! anche in questo caso si è pensato soltanto ai normodotati”.

Estate, caldo, voglia di vacanze; se molti cercano calette e spiagge esclusive, c’è chi vorrebbe avere soltanto la possibilità di arrivarci al mare. Ad Augusta è un miraggio per tanti, figuriamoci per chi vive in carrozzina”. A parlare è Sebastiano Amenta, presidente della consulta comunale per le persone con disabilità. Nel corso degli anni poco o nulla è stato fatto per l’abbattimento delle barriere architettoniche che continuano a rendere l’ambito urbano invivibile per chi è impedito da un handicap motorio. Tra i tanti però, il problema degli accessi al mare per i disabili motori è una discriminante che ai giorni nostri non è possibile accettare. Se si viene chiamati a lavorare per la comunità poi non si possono discriminare i disabili perché sono proprio loro ad avere maggiormente bisogno delle tutele che solo chi amministra la cosa pubblica può garantire. Purtroppo sono ancora una volta a constatare l’atteggiamento miope dell’Amministrazione dinanzi alle problematiche dei meno fortunati e alla scarsa considerazione che circonda la condizione dei disabili nei rapporti sociali”.

Amenta ricorda che, già il 14 giugno 2021, con una nota da egli sottoscritta, in qualità di presidente della consulta permanente della disabilità, acquisita dal Comune del giorno successivo era stato suggerito, in uno dei punti programmatici, di intervenire proprio sull’accessibilità al mare per i disabili motori. Tutto è rimasto carta straccia. Di fronte alla disabilità vengono scombinate tutte le utopie politiche perché nessuno può voltare lo sguardo da un’altra parte; l’aspirazione a renderli eguali dovrebbe diventare il cardine di questa amministrazione che deve comprendere, una volta per tutte, di avere precisi obblighi in materia. “La Legge nazionale 104 del 1992 all’articolo 23, rubricato per l’appunto “Rimozione di ostacoli per l’esercizio di attività sportive, turistiche e ricreative”, prevede che le attività e le pratiche delle discipline sportive debbano essere favorite senza limitazione alcuna e che la possibilità di accesso al mare delle persone handicappate deve essere resa effettiva. E ancora, la Legge 494/1993 prevede che l’accesso al mare da parte dei soggetti handicappati deve essere garantito dalla realizzazione di idonee strutture per tratti orograficamente omogenei di litorale.

“La parola inclusione è solamente inflazionata, la verità è che dietro c’è tanta ipocrisia. Il fatto che per ogni iniziativa il disabile non sia mai messo al centro è sotto agli occhi di tutti. Vedi il nuovo parco giochi installato in zona Faro Santa Croce, lodevole iniziativa -sottolinea Amenta – ma ahimè! anche in questo caso si è pensato soltanto ai normodotati, perché quel piccolo parco giochi un bambino disabile potrà solamente guardarlo da lontano visto che non è attrezzato con giostre inclusive per le disabilità motorie. Io rimango sempre a disposizione per un confronto o qualsiasi consulto a tutela di chi rappresento. Occorre un impegno permanente da parte dell’Amministrazione e non la solita formula stereotipata “non ci sono soldi”. Come se la Corte Costituzionale non avesse solennemente e ripetutamente affermato che in materia di diritti inviolabili della persona non è l’esercizio dei diritti che deve conformarsi alla scarsità delle risorse, ma sono i bilanci a doversi predisporre ed adeguare per la completa soddisfazione dei diritti.

In uno stato di diritto- continua il presidente della consulta – non si impedisce ai bambini di andare a scuola e non si lasciano morire gli ammalati perché non ci sono soldi. Tutti capiamo che si tratta di quei diritti fondamentali che hanno priorità nell’organizzazione di ogni Ente che si rispetti. Per i diritti dei disabili, questa cosa stranamente diventa meno chiara, come se fossero diritti diversi, come se la condizione di disabilità li rendesse meno visibili e più violabili, solo perché il loro esercizio è talvolta più oneroso. Non dimentichiamoci che l’Italia è inserita in un contesto internazionale i cui valori fondanti prevedono la concreta eguaglianza di tutti i cittadini. Non è un caso che l’articolo 2 della Convenzione Onu preveda espressamente la “non discriminazione dei disabili” e dei cittadini, voglio ricordarlo, fanno parte a pieno titolo anche i disabili”.

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