Aggressione, ieri, avvenuta all’interno della casa di reclusione di Augusta. A compierla è stato da un detenuto rumeno allocato in un reparto particolare di custodia ai danni di tre poliziotti due dei quali per aver riportato lievi contusioni dopo essere intervenuti a sostegno del collega malcapitato hanno avuto necessità di cure ospedaliere. “Quanto accaduto – è un fatto grave che dimostra la difficile situazione che persiste oramai da qualche anno. Si tratta dell’ennesimo episodio che vede i poliziotti penitenziari affrontare i soggetti più violenti” senza avere i mezzi necessari, mentre i detenuti “hanno spesso a disposizione un vero e proprio arsenale” come spranghe, lamette, fornellini, coperchi di scatolette e carrelli” scrivono in una nota, Nello Bongiovanni, dirigente nazionale del Sippe –Sinapp, Michele Pedone, segretario provinciale dell’Uspp e Fabio D’Amico, segretario provinciale della Cisl. “Tutto questo – aggiungono i sindacalisti – è inaccettabile, la tutela e la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria e di tutti quelli che vi lavorano devono essere sempre garantiti. Il carcere è un luogo di detenzione e riabilitazione, per questo devono esserci le giuste condizioni nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dei detenuti che vi scontano la pena”. I sindacati da più di un anno denunciano il sovraffollamento nel carcere.
Per quanto riguarda le lagnanze riguardanti i carichi di lavoro della Polizia penitenziaria la grave carenza di organico porterebbe a doppi turni e accorpamenti non discussi con le organizzazioni sindacali, con carichi di lavoro eccessivi. Noi non ci stiamo, abbiamo il dovere di tutelare regole e il personale del penitenziario augustano. I poliziotti e i sindacati non hanno alcuna intenzione di nascondere come gli struzzi la testa nella sabbia. Se non si otterranno rassicurazioni entro due settimane saremo costretti a proclamare lo stato di agitazione e interrompere le relazioni sindacali con la programmazione di una manifestazione di protesta verso una direzione sorda coinvolgendo l’opinione pubblica ed ai mass media, non accettiamo scelte “dittatoriali” unilaterali quando si tratta di organizzazione del lavoro” sottolineano Salvatore Gagliani, Antonio Butera, Maurizio Sicari, Rosario Maria Di Prima e Nunzio Romano, rispettivamente rappresentanti dei sindacati firmatari.