Le organizzazioni sindacali non potevano pensare che all’indomani di un incontro in cui sembrava regnare lo spirito di collaborazione tra le parti e che, tra le altre cose, dopo oltre un anno, grazie al dialogo costruttivo e distensivo intrapreso dai presenti, ha anche determinato l’unione ad un unico tavolo di tutte le sigle, ci si ritrovasse, tutti uniti, “per contestare una serie di violazione, quasi giornalmente rilevate, talune davvero inaccettabile è imbarazzanti”.
Con queste parole esordiscono i sindacalisti nella lunga missiva inviata alla direzione attraverso la quale sollecitano riposte sulla tutela dei lavoratori chiedendo il rispetto delle prerogative sindacali. Il Sappe, l’Osapp, la Uil Pa Polizia penitenziaria, la Sinappe, la Cisl Fns, l’Uspp, il Cnpp Fsa, la Fp Cisl, nella missiva sottoscritta dai rispettivi rappresentanti Gagliani, Romano Argento, Di Prima, D’Amico, Pedone, Sigari e Argentino chiedono di conoscere lo stato dei luoghi di lavoro del carcere, se la struttura è in condizioni di sicurezza e salubrità oppure se vi sono rischi per gli operatori; le motivazioni per cui siano stati disposti lavori di ripristino dell’impianto idrico e di riscaldamento in un settore dove erano stati effettuati già interventi di ammodernamento di tutte le camere di pernottamento (impianto idrico e riscaldamento compreso) consegnati solo alcuni mesi fa; eventuali interventi adottati dalla direzione nei confronti degli operatori della sicurezza laddove, nel concreto, siano stati riscontrati problemi strutturali.
Chiedono copia della relazione tecnica effettuata dal sopralluogo effettuato dai tecnici del Dap e Prap. “Siamo uniti dalla preoccupazione per la salvaguardia del personale a cui l’amministrazione non sempre ha dato l’attenzione che merita. Siamo preoccupati perché registriamo giornalmente stravolgimenti, tensioni ansie e importanti lamentele da parte della maggior parte degli agenti, anche in virtù di certe decisioni della direzione sulle quali vige il silenzio assoluto. Questo modus operandi non può essere più tollerato. Abbiamo concesso del tempo al nuovo direttore ma non per alimentare ansie nei lavoratori ma per migliorarne le condizioni di vita all’interno della struttura che le è stata affidata”. I sindacati chiedono di essere convocati dalla direzione per discutere della delicata questione.