L’ennesimo caso di aggressione, ai danni di un vice ispettore ed un assistente capo della Polizia penitenziaria, da parte di un detenuto venticinquenne catanese, scatena l’ira dei sindacati di categoria, che sono, ormai, al limite della sopportazione per i rischi a cui è costantemente esposto il personale. Ad intervenire sull’episodio di violenza, avvenuto lo scorso sabato, sono ora la Funzione pubblica della Cgil Siracusa del comparto Polizia penitenziaria e le segreterie regionale e generale del Sappe, che chiedono provvedimenti immediati per far fronte alla gravissima situazione.
L’aggressione ad un vice ispettore di Polizia penitenziaria e ad un assistente capo coordinatore della casa di reclusione di Augusta preoccupa non poco tutti i sindacati di categoria che chiedono maggiori attenzioni per una realtà che vive una gravissima situazione sotto diversi punti di vista.
Dopo la denuncia della Fns Cisl intervengono anche la funzione pubblica della Cgil Siracusa del comparto Polizia penitenziaria e le segreterie regionale e generale del Sappe.
Risale allo scorso sabato l’episodio di violenza ai danni dei due agenti
“E’ l’ennesima aggressione nei confronti del personale con 25 giorni di prognosi per il primo e 7 per il secondo.
Come organizzazione sindacale Cgil abbiamo, da tempo, sostenuto e gridato a viva voce la riapertura della casa di reclusione di pianosa isola o dell’asinara.
Istituti in cui si crea un maggior disagio per i parenti che devono andare a trovare questi detenuti, e quindi di riflesso disagio anche per questi violenti facinorosi.
È giusto ribadire, che la stragrande maggioranza di coloro che sono nelle patrie galere italiane, scontano la loro pena nel rispetto delle regole, e solo un numero limitato di detenuti è da considerare veramente pericoloso per gli altri perché l’unica cosa che conoscono è la violenza e la sopraffazione.
Anche se, il detenuto autore dell’ultima aggressione è catanese.
A tutt’oggi non abbiamo visto cambiamenti né in questo Governo tanto meno nella direzione generale del Dap, ma solo risparmio economico con meno assunzioni nella polizia penitenziaria; garantismo, buonismo e chi più ne ha più ne metta, in parole povere i delinquenti sono gli italiani onesti ed i veri delinquenti sono quelli a cui da più parti sono arrivate tutele tali da far pensare a qualche violento che alla fine può fare di tutto e di più.
Se le carceri sono lo specchio di una nazione, non è tanto peregrino affermare che in Italia la regola della violenza stia prendendo posto alla regola del diritto e del vivere civile.
Al sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Del Mastro della Vedova, in occasione della visita fatta qualche mese fa negli istituti della Sicilia, come sindacato avevamo espresso tutta la nostra amarezza e grande preoccupazione per i quotidiani gravi atti di aggressione perpetrati ai danni del personale di Polizia penitenziaria.
Strano, ma vero, in caso che un detenuto vada in escandescenza compiendo atti autolesionistici o di aggressione non è possibile bloccarlo utilizzando le manette perché contro la legge anche all’interno degli istituti penitenziari.
Il sottosegretario di Stato alla Giustizia, promise che si sarebbero adottate nuove regole d’ingaggio in caso di atti violenti da parte dei detenuti.
A tutt’oggi, non si è visto nulla, solo aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria ed assordante e colpevole silenzio da parte dello Stato.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza al vice ispettore e all’assistente capo coordinatore augurando loro una pronta guarigione, ed auspicando un vero risveglio da parte dello Stato perché il diritto e la giustizia prevalgano prima che accada qualcosa di molto più grave.
Il Sappe esordisce in un comunicato stampa col sottolineare l’alta tensione nelle carceri della Sicilia, e nella casa di reclusione di Augusta in particolare, e, ancora una volta, agenti di Polizia penitenziaria restano contusi.
“E’ uno stillicidio continuo il ripetersi di eventi critici contro il personale della Sicilia in servizio”, denuncia Calogero Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
Il sindacalista spiega che “sabato si è registrata l’ennesima aggressione nel carcere di Augusta, dove due poliziotti sono finiti in ospedale dopo la vile e proditoria aggressione di un detenuto catanese.
Il ristretto, di 25 anni, ha cercato di aggredire più volte l’Ispettore dentro l’ufficio di Sorveglianza per motivi futili, lanciandogli sulla faccia una spillatrice e poi tirandogli un calcio al piede di assurda violenza da procurargli una frattura. Un altro poliziotto, intervenuto per fermare l’uomo, è stato colpito più volte con dei pugni, pur non riuscendoci, ed un terzo Agente è rimasto contuso nell’opera di frapposizione tra il ristretto e gli altri colleghi.
Il Sappe augura una pronta guarigione ai poliziotti ferito e auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno.
Io credo che la Polizia penitenziaria di Augusta e della Sicilia tutta, che ha pure dimostrato grande professionalità e senso del dovere, non debba essere messa nelle condizioni di vivere situazioni di alta tensione sotto il profilo della sicurezza e dell’ordine per i ricatti di alcuni ristretti violenti che evidentemente pensano di stare in un albergo e non in un carcere”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime vicinanza e solidarietà ai poliziotti rimasti contuso ad Augusta e torna a denunciare la realtà delle carceri siciliane e italiane: “La situazione è sempre più critica a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto.
Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi.
Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.