La proposta di concedere la cittadinanza onoraria all’ex pretore di Augusta Antonino Condorelli è stata avanzata, verbalmente, circa due mesi fa, e per iscritto il 23 scorso, da Giorgio Càsole, in qualità presidente della Commissione comunale per gli studi di storia patria, istituzioni e ricerche” e anche quale autore del libro, pubblicato nel 2002, Augusta e Condorelli – 1978-1984 , con il sottotitolo: “Gli anni della lotta all’inquinamento, alla corruzione e all’abusivismo” con prefazione dello stesso Condorelli.
Nella proposta di concessione della cittadinanza onoraria a Antonino Condorelli, già pretore dirigente di Augusta, Giorgio Càsole ha posto all’attenzione dell’amministrazione comunale alcune considerazioni dello stesso magistrato riportate nella citata prefazione: “… l’esperienza di Augusta è stata la più intensa e importante di quelle da me vissute, come magistrato ma anche come cittadino e last but non least come uomo, nato e formatosi a poche decine di chilometri da questa terra, però amata [la sottolineatura è mia] e conosciuta solo a partire dal 1978… Augusta è stata per me l’Universo delle esperienze professionali e umane delle quali non smetterò di portare dentro l’indelebile ricordo e che sarebbe bello un giorno riuscire a raccontare e rievocare…la storia di queste magnifiche coste, delle violenze che esse hanno dovuto purtroppo subire e dello sforzo e dell’amore di quanti le hanno ritenute e le ritengono invece un bene indisponibile della Comunità, da conservare e trasmettere alle generazioni future”.
“Grazie all’incisiva azione giudiziaria del pretore Condorelli – sottolinea Càsole – l’opinione pubblica, non solo cittadina, prese coscienza dei gravi problemi connessi alla presenza degli insediamenti industriali nel territorio e le stesse industrie furono obbligate a rispettare maggiormente l’ambiente. Sia consentito citare un altro passo significativo tratto dalla citata prefazione: “… i limiti e le insufficienze dell’intervento giudiziario – di qualsiasi intervento giudiziario – balzano evidenti agli occhi di tutti, soprattutto in un’era come quella attuale di forti spinte alla deregulation e di crisi del controllo di legalità, non soltanto come funzione, ma anche come valore”.