Il dirigente nazionale del Sippe Sebastiano Bongiovanni, considerata l’emergenza Covi che ha coinvolto sia il personale sia i detenuti, in parecchi risultati positivi al Coronavirus, nonché il fatto che, da giorno 20 i green pass sono previsti solo per i familiari e non per i detenuti, chiede tamponi per tutti gli agenti di polizia penitenziaria.
Dal 20 gennaio green pass solo per i familiari e non per i detenuti una mascherina fp2 ogni 16 persone. Il Sippe chiede tamponi per tutto il personale di polizia penitenziaria. Il Sippe è seriamente preoccupato perché, in in piena quarta ondata di pandemia da Covid 19 ed in assenza di provvedimenti si rischia il collasso delle carceri. A tutto questo poi si aggiungono problemi atavici come il sovraffollamento e l’esiguità di personale di polizia penitenziaria, elementi peggiorativi di una situazione ormai incancrenita da tempo”, l’approccio del Governo al problema continua a essere del tutto inefficace e inadeguato. Una mascherina FP2 ogni 16 persone, se si considera che in carcere sono presenti oltre 54mila detenuti e più di 41mila operatori fra appartenenti alla Polizia penitenziaria (36mila) e altre figure professionali, significa una mascherina ogni 16 persone e 30 per ogni Istituto Penitenziario.
“Il green pass viene chiesto ai familiari, ma non ai detenuti – dice Sebastiano Bongiovanni, dirigente nazionale del Sippe – ma ai familiari in visita, come se solo i visitatori potessero contagiare e contagiarsi. Sotto la lente il fatto che il green pass rafforzato sia obbligatorio dal 15 dicembre 2021 per la polizia penitenziaria, ma non venga chiesto a chi è ristretto in carcere. Dal 20 gennaio per i colloqui in presenza con i detenuti è richiesto il green pass di base all’interno degli istituti penitenziari per adulti e minori. Inoltre, gli avvocati, che non vengono citati come obbligati al pass per l’accesso alle carceri nel nuovo decreto, che obbliga invece al green pass nei tribunali dal 1° febbraio (rafforzato se over 50)”.
In una nota inviata al provveditore regionale di Polizia penitenziaria, al direttore della casa di reclusione di Augusta, alla segreteria regionale del Sippe e al Sinappe, sede di Roma, Bongiovanni chiede di invitare con urgenza gli organi competenti a richiedere i tamponi per tutto il personale di polizia penitenziaria e personale civile a tutela dell’ordine pubblico interno all’istituto, nonché a tutela della salute pubblica. Il dirigente nazionale del Sippe ricorda che nel penitenziario di Augusta agenti del copro e parecchi detenuti sono risultati positivi al Covid. “In assenza di adeguati riscontri – conclude Sebastiano Bongiovanni – saremo costretti, nostro malgrado, a doverci rivolgere alle competenti autorità”.