Fa capolino il sole. L’allerta meteo, a quanto pare, è finita. Restano ancora i segni e le ferite del maltempo incessante. Allagamenti e disagi sulle strade soprattutto nelle aree periferiche. Non c’è stato il morto come nel palermitano, per fortuna, ma si fa la conta dei danni, comunque contenuti, per il fortissimo vento di stanotte. Come era previsto, il codice arancione nottetempo ha cambiato colore, è diventato rosso. Ci può stare, trattandosi di fenomeni naturali in continuo mutamento, per quanto monitorati e prevedibili.
Ma ad Augusta si è davvero recidivi nella gestione di emergenze. Ancora una volta, in pieno allerta, il Comune decide di comunicare la chiusura delle scuole ricorrendo a una pagina Facebook. Adesso, per carità, nulla da eccepire sulla valenza dello strumento social dove le notizie sono talmente virali che viaggiano in fretta verso la destinazione ultima, l’utente.
Ma non è detto. Quando si parla di Protezione Civile, di Emergenze territoriali, di calamità naturali la legge impone la immediata comunicazione tramite fax, sms, mail, telegramma fonico, qualsiasi mezzo immediato di trasferimento notizia, alle redazioni giornalistiche di tutto il territorio ove è in atto il fenomeno e dunque il relativo stato di emergenza. Dispiace, e molto, constatare ancora una volta come la sindaca di Augusta, che è, lo ricordiamo, la prima responsabile della salute e della sicurezza pubblica della propria città, non abbia fatto ricorso ai mezzi più “naturali” e tradizionali della comunicazione di massa, ossia i giornali.
La sindaca Di Pietro si è limitata, e ripeto limitata, a postare l’emergenza maltempo su una pagina Facebook! Col rischio che pochi potessero leggerla, soprattutto alle 4 del mattino quando solitamente i genitori dormono perché devono accompagnare i figli a scuola di buon mattino. Ma come mai la sindaca non ha avuto l’idea, quanto meno, di far pubblicare la “straordinaria” notizia di carattere emergenziale sul sito istituzionale del Comune di Augusta? Probabilmente, non avrà voluto scomodare i tecnici del web municipale vista l’ora improponibile (le 4 del mattino). Diremo che è andata esattamente così per salvare capre e cavoli.
Ma noi giornalisti, che facciamo questo mestiere non per diletto personale, ma per adempiere a una funziona pubblica, fortemente sociale, e mi permetto di dire, se non di più al pari di un sindaco, visto la responsabilità collettiva che pesa sulle nostre spalle quando si pubblica una notizia. E quando non si pubblica. Infatti, colgo l’occasione per porgere le nostre scuse ai lettori e chiarire il caso spiacevole. Certo non si potrà accusare mai il nostro giornale, né tanto meno le altre testate giornalistiche di Augusta, di “cattiva informazione” o di non essere tempestivi nell’informare genitori e studenti sulla chiusura delle scuole causa maltempo.
Ribadisco, purtroppo, la stampa augustana è vittima quotidianamente di errori e “bucature” non volute ma derivanti unicamente dalla mancanza totale di comunicazione con l’amministrazione comunale. Un leggerezza del sindaco davvero pericolosa specialmente in caso di emergenza. Per fortuna, non è successo nulla di grave. Non sono mancate le polemiche nei social in coda al “post” della Sindaca. I cittadini si lamentano, parlano di “caos” più che di efficacia”. C’è chi fa notare alla Di Pietro che “comunicazioni di notevole importanza per la cittadinanza dovrebbero essere date sul sito istituzionale (quanto meno) e non solo sul social personale (facebook). Sito istituzionale, si aggiungerà, non aggiornato dal 12 gennaio scorso. E sarebbe questo il famoso popolo della rete? E cosi con altre “bordate” dello stesso tenore. Finisco con un appello sempre più accorato. Signora Sindaca, per favore, si decida una volta per tutte ad istituire un ufficio stampa e a regolarizzare definitivamente, ottimizzandoli, i rapporti con giornali, tv e radio locali, regionali e nazionali che lamentano scarsa collaborazione sin dal primo giorno del suo insediamento. Non si può seguitare a raccattare notizie arraffazzonate dai social. Occorre dotarsi di professionisti del settore. E poi chi l’ha detto che bisogna avere per forza Facebook? A stento le mamme hanno la chat collettiva della scuola su whatapp. E meno male!