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Augusta | Fondi dalle industrie, Punta Izzo Possibile sollecita risposte

17 Ottobre 2022 | by Redazione Webmarte
Augusta | Fondi dalle industrie, Punta Izzo Possibile sollecita risposte
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I fondi che il Comune riceve dalle aziende petrolchimiche “restano un mistero” per il coordinamento Punta Izzo Possibile che sollecita chiarezza. “La nostra prima richiesta risale a giugno. In reazione al silenzio amministrativo, abbiamo in seguito presentato ricorso al responsabile per la trasparenza del Comune, ma ancora una volta la risposta è stata il silenzio”. “La nota di Punta Izzo Possibile è semplicemente farneticante e diffamatoria per la quale mi riservo le valutazioni legali del caso” replica il sindaco Giuseppe Di Mare.

Il coordinamento Punta Izzo Possibile stigmatizza la mancata risposta da parte dell’Amministrazione comunale sull’ammontare dei fondi che l’Ente locale ha percepito e continuerebbe a percepire “dalle aziende petrolchimiche, oggi indagate per disastro ambientale aggravato”. “La nostra richiesta risale allo scorso  giugno – dichiara Gianmarco Catalano, portavoce del coordinamento- risultato: nessuna risposta. In reazione al silenzio amministrativo, abbiamo in seguito presentato ricorso al responsabile per la trasparenza del Comune. Risultato: nessuna concreta decisione ci è stata, ad oggi, trasmessa. Il segretario comunale ha preferito di fatto astenersi, rimettendo ogni scelta all’arbitrio del sindaco dal quale dipende funzionalmente. Lo stesso primo cittadino che però continua a non rispondere, in barba all’obbligo legale di dare riscontro (entro 30 giorni) alle istanze di accesso civico”. Punta Izzo Possibile stigmatizza questo silenzio sostenendo che: “da due anni a questa parte, la reticenza è la principale carta giocata dall’amministrazione comunale di Augusta in reazione alle legittime domande di trasparenza provenienti dalla società civile. Una strategia, se così possiamo intenderla, che la dice lunga sull’idea di gestione della “cosa pubblica” praticata da questi amministratori: opaca, autoreferenziale, muscolare e allergica a qualunque forma di dissenso e partecipazione democratica.

La recente inchiesta della Procura di Siracusa che ha portato all’arresto del sindaco di Priolo, Pippo Gianni –aggiunge Catalano –  ci conferma che la strada che abbiamo imboccato, ossia il tentativo di far luce sui perversi rapporti di complicità e clientelismo tra amministratori locali e colossi industriali, era quella giusta. Lo scrivevamo nella nostra istanza di accesso civico: “l’assenza di subalternità dei rappresentanti politici agli interessi di tali attori industriali è garanzia di un minor rischio d’interferenze sulle decisioni che i pubblici amministratori sono chiamati ad assumere nell’interesse generale della collettività”. Da qui l’importanza di “rendere conoscibili gli eventuali collegamenti tra rappresentanti politici e soggetti economici privati e di verificare nel corso del mandato politico l’eventuale influenza dei finanziatori sulla condotta dei decisori pubblici, mettendo in relazione i nomi dei ‘finanziatori’ e le scelte eventualmente compiute dal ‘rappresentante finanziato’”.

Il sindaco Giuseppe Di Mare così replica: “la nota di Punta Izzo Possibile è semplicemente farneticante e diffamatoria per la quale mi riservo le valutazioni legali del caso. Simili richieste non possono essere nemmeno considerate per la loro genericità e per il fatto di essere sfacciatamente tendenziose. Nell’ultimo Consiglio comunale, se di questo stiamo parlando, sono state fornite tutte le informazioni di dettaglio circa i contributi delle aziende agli eventi augustani. Non c’è altro. Qualora ci fosse, cioè ove questi signori siano a conoscenza di circostanze diverse, le rendessero note senza utilizzare il metodo “mafioso” del dire e non dire, insinuando loschi affari. Piuttosto, spieghino loro quale difesa ambientale perseguono con queste iniziative. Tutto ciò – conclude il primo cittadino – è davvero sconcertante”.

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