Rivivere il 13 maggio 1943 attraverso storia di Pietro Tomai Pitinca raccontata dal pronipote Domenico Veca.
Coraggio. È questa la parola che sintetizza la storia di Pietro Tomai Pitinca, una delle 63 vittime che perirono durante i bombardamenti ad Augusta il 13 maggio 1943. Originario di Pulsano, in provincia di Taranto, Pietro Tomai Pitinca era Finanziere Scelto di mare in servizio ad Augusta quando, il 13 maggio 1943, mentre aiutava una donna in difficoltà presso un ricovero, venne colpito da una delle tante bombe che rasero al suolo la città.
A raccontare oggi questa storia è Domenico Veca, pronipote di Pietro Tomai Pitinca. “Secondo quanto mi è stato raccontato da mio padre Adolfo – afferma Domenico Veca – mio bisnonno era libero quel giorno, ma venne richiamato in servizio. L’aviazione inglese, infatti, aveva annunciato il bombardamento della città. Quella mattina, mentre passava dal rifugio di Terravecchia, detto “ricovero”, ricevette la richiesta di aiuto di una signora per trasportare alcuni oggetti personali all’interno del ricovero. In quel momento era in compagnia di un collega, rimasto fuori per dirigere l’afflusso dei civili. Improvvisamente – continua Domenico Veca – cadde una bomba che esplose sul rifugio e le macerie ne preclusero l’accesso. Il giorno dopo, durante gli scavi tra le macerie, ritrovarono i corpi, compresa la salma di mio bisnonno che aveva una mano tesa alla ricerca della superficie. In questa situazione drammatica mio bisnonno lasciò due figlie piccole e un figlio in attesa che nacque due mesi dopo”.
A Pietro Tomai Pitinca, insignito della croce di guerra al valor militare, è stata intitolata la sede della Sezione Operativa Navale della Giardia di Finanza di Taranto.