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Augusta | L’ultimo viaggio del barcone lo ha riportato in città. Si trova ora nella nuova darsena.

Augusta | L’ultimo viaggio del barcone lo ha riportato in città. Si trova ora nella nuova darsena.
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Nei giorni scorsi è partito da Venezia (dove nel 2019 è stato esposto alla Biennale d’Arte) per far rientro ad Augusta, il relitto del barcone naufragato il 18 aprile del 2015 e recuperato dal fondo del mare un anno dopo. Stamattina è arrivato alla nuova darsena dove resterà a testimonianza della più grande tragedia avvenuta nella recente storia del Mediterraneo.

Il peschereccio della morte protagonista di una delle più grandi tragedie del Mediterraneo ha fatto ritorno ad Augusta per restarci. E’ stato collocato nei pressi della sede della Capitaneria di porto all’interno della nuova darsena, dove è arrivato, stamattina. L’arrivo del barcone è stato atteso dall’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Di Mare, dal presidente e vice presidente del Comitato 18 Aprile, rispettivamente Cettina Saraceno ed Enzo Parisi, dal comandante della Capitaneria di porto, capitano di vascello Antonio Catino e da rappresentanti dell’Autorità di sistema portuale di Sicilia orientale. E’ di proprietà di quest’ultima l’area dove è stato posizionato quello che sarà, da ora in poi, considerato quasi un monumento, a testimonianza di quanto avvenuto il 18 aprile 2015 quando nel canale di Sicilia il peschereccio naufragò causando la morte di diverse centinaia di persone. Dei quasi mille migranti che viaggiavano a bordo del barcone ne sopravvissero solo 28. Un anno dopo, nell’estate del 2016 venne recuperato dagli abissi per essere trasferito al pontile Nato della Marina militare per l’estrazione dei resti umani delle vittime. Successivamente si costituì il comitato 18 Aprile con l’intento di conservare la memoria di un triste e indimenticabile episodio che ha tracciato la recente storia del fenomeno migratori che vede tanta gente imbarcarsi dalla Libia, dopo aver attraversato chilometri di deserto, in cerca di una vita migliore.

“Realizzeremo qui un giardino della memoria, per tenere viva la memoria di quello che è accaduto – ha detto Enzo Parisi – e intorno a questo un museo dei diritti perché non affoghino anche i diritti con le persone”. “Augusta è una comunità che ha fatto sempre dell’accoglienza una caratteristica che la contraddistingue” ha dichiarato il sindaco, Giuseppe Di Mare non dimenticando di evidenziare i l lavoro svolto  da Marina militare, Capitaneria di porto, Adsp e Comitato 18 Aprile per far sì che il Barca nostra (questo il nome dato al barcone da  Christoph Buchel, l’artista che lo ha esposta alla Biennale d’Are di Venezia nel 2019) rientrasse in città. Ed è proprio da Venezia e che il barcone ha iniziato il viaggio su una chiatta che lo ha riporta ad Augusta dove rimarrà per essere esposto. Don Giuseppe Mazzotta, parroco della chiesa di San Giuseppe Innografo, cappellano della Stella Maris, nonché componente del comitato 18 aprile ha proceduto alla benedizione di Barca nostra. “Il relitto dismette ora la sua funzione artistica e riassume pienamente quella di pungolo delle coscienze, di testimone non muto, simbolo di tutte le luttuose tragedie delle genti costrette ad attraversare deserti e mari per cercare la felicità.  Noi continueremo ad impegnarci –ribadisce il sindaco – per farne il catalizzatore di iniziative di solidarietà, di pace e di fratellanza”. Barca nostra farà parte del “Giardino della Memoria” e del “Museo dei Diritti”, un museo “diffuso” ed in rete con altre realtà museali, sociali e culturali del Mediterraneo. Nel tempo si è allargata e consolidata quell’area di gruppi e persone sensibili, giornalisti, ricercatori, enti, artisti e associazioni che guardano con interesse al progetto alla cui base è la conservazione.

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