“Ennesimo esempio di ordinaria prepotenza istituzionale messo in scena nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale da parte di questa maggioranza”. A sostenerlo sono i 12 consiglieri di minoranza con un comunicato congiunto. “Il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito: abbandonare l’aula, gesto ovviamente strumentalizzato con assoluta malafede, era l’unica risposta possibile nei confronti di chi, con scorrettezza cambia in corsa le regole del gioco. Questa opposizione – spiegano i 12 consiglieri di minoranza – svolge con responsabilità, correttezza e serietà il proprio ruolo ma, quando il dibattito politico cede il passo a scorrettezze manifeste e prepotenze gratuite compiute da chi ha l’arroganza di sapere che tanto basta a se stessa, tutto diventa realmente inaccettabile. Il secondo punto all’Ordine del giorno dell’ultimo Consiglio prevedeva l’approvazione del regolamento relativo al baratto amministrativo, come discusso in seduta congiunta delle Commissioni Consiliari I e V lo scorso 24 settembre. Tale proposta era stata avanzata prima dal Consigliere Di Mare, attraverso propria mozione di indirizzo e, in seconda battuta, anche dalla maggioranza. Proprio in virtù della grande utilità pubblica dell’iniziativa e della sua funzione sociale, si era giunti all’accordo unanime di presentarla all’approvazione del Consiglio come proposta comune. Tutto bene fin qui, salvo poi scoprire che nell’introduzione della proposta di deliberazione circa il Regolamento in questione, presentata fra l’altro non come proposta di Commissione, ma come si legge dai “consiglieri comunali”, lo stesso venisse presentato esclusivamente come partorito “sia dal programma elettorale del Movimento 5 stelle che da quello del Sindaco Maria Concetta Di Pietro”. Non si tratta di illazioni e sospetti; i verbali delle sedute delle Commissioni e l’evidenza che il consigliere Di Mare avesse di fatto ritirato la propria mozione semplicemente in virtù di quel compromesso virtuoso, testimoniano la verità di quanto appena detto. Non solo. I Consiglieri di opposizione erano arrivati in aula con la precisa intenzione di discutere con attenzione e lavorare seriamente all’approvazione del regolamento in questione alla luce soprattutto della direttiva emanata lo scorso ottobre 2015 dall’IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia locale, organo finanziario dell’ANCI), molto verosimilmente del tutto sconosciuta dai consiglieri di maggioranza, che limita notevolmente l’utilizzo di questo strumento amministrativo e, di conseguenza, apportare le modifiche necessarie al Regolamento precedentemente stilato. Se si stabiliscono le regole del gioco, a quelle con correttezza occorre attenersi. L’opposizione lavora con serietà e rigore e, come dimostrato durante la discussione sull’approvazione dello schema di convenzione che autorizza il nostro Comune ad aderire alla Centrale Unica di Committenza insieme ai Comuni di Modica e Scicli, a cui successivamente si uniranno anche Ispica e Pozzallo, pur non celando perplessità sull’argomento, come fatto notare dal Consigliere Niciforo, relative alla distanza geografica dei Comuni a cui consorziarsi e alla struttura prescelta che rischia di diventare troppo complessa e macchinosa e dunque decidendo di astenersi dalla votazione, comprendendo l’urgenza del provvedimento ha agito con forte senso di responsabilità. Occorre far notare infatti che se oggi questa amministrazione può procedere ai “pagamenti” definiti ieri come urgenti, può farlo solo grazie alla permanenza in aula dei Consiglieri di opposizione che ha consentito il raggiungimento del numero legale necessario, e di conseguenza l’approvazione della proposta stessa. La decisione di abbandonare l’aula da parte nostra vuole condannare un modus operandi che viene riproposto sempre più frequentemente da parte di questa arrogante maggioranza. Nessuna urgenza imponeva che tale regolamento venisse votato durante l’ultimo Consiglio e, pertanto, chi opera in buona fede avrebbe dovuto sentire l’esigenza morale, prima ancora che politica, di verificare i dubbi avanzati dall’opposizione circa le modalità di presentazione della proposta stessa e rimandarla a successiva seduta. Così non è stato e la smania di produrre atti ha determinato che venissero chiamati d’urgenza anche coloro che avevano deciso di non partecipare a quel Consiglio, pur di raggiungere il numero legale necessario. Siamo seri. Quelli esposti – concludono i consiglieri di opposizione – sono gli strumenti necessari per comprendere e valutare quello che è accaduto a palazzo San Biagio. Ad altri lasciamo le strumentalizzazioni e i pettegolezzi da social network, la demagogia, le mezze verità, le risate dagli spalti, i voltafaccia e le ridicole improvvisazioni”.