Per leggere ‘LA DOMENICA’ in formato pdf, con l’editoriale del Direttore, Michele Accolla, e tutti gli articoli pubblicati nella settimana basta cliccare qui.
L’editoriale di Michele Accolla
Si dice che si impara più dagli esempi che dalle parole. Se prendiamo per buona questa affermazione, possiamo meglio cogliere il senso delle polemiche di questi giorni, su quella alcuni definiscono l’occupazione della Rai da parte della maggioranza di governo.
Il riferimento è a quello che è successo venerdì sera a Catania, dove il centrodestra prova la stoccata finale, per eleggere già al primo turno Enrico Trantino.
Per la chiusura della campagna elettorale, sul palco di piazza Università gremita, il presidente del consiglio Giorgia Meloni, i due vicepresidenti Salvini e Tajani, il leader di Noi Moderati Lupi, il presidente della Regione Schifani, e una folla di parlamentari e assessori regionali.
Giorgia Meloni, con la sua consueta verve dialettica, ha tuonato: “Voglio liberare la Rai da un sistema di potere intollerante. Se nella Rai qualcuno deve misurarsi col merito e decide che non ce la fa e deve misurarsi con altro, non è un problema che possiamo porci noi”.
Queste le parole.
La Meloni non chiarisce però se per merito intende fedeltà politica, servilismo, vera capacità, intelligenza.
Noi preferiamo le parole con cui il presidente Mattarella ha ricordato don Milani, nel centenario della sua nascita: “non è l’amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito. Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha”.
Ma intanto il comizio era trasmesso in diretta su Rai news 24, una rete del servizio pubblico.
E questo è l’esempio.
Immediate le proteste e le polemiche delle opposizioni.
Il Pd e M5S hanno parlato di ‘gravissima violazione’ della par condicio e chiesto l’intervento dell’Agcom.
La presidente della Commissione di vigilanza Rai, la cinquestelle Barbara Floridia, assicura che “la commissione di Vigilanza valuterà con estrema attenzione questo caso per tutti i profili di competenza. Si potrebbe profilare una violazione importante della par condicio e del pluralismo che il servizio pubblico non si può assolutamente permettere”.
Mentre il centrodestra si concentra su Catania, il centrosinistra punta su Siracusa, ritenuta contendibile.
Con la candidata dello schieramento progressista, Renata Giunta, a piazza Santa Lucia, sono arrivati l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni per Sinistra Italiana e Angelo Bonelli.
Solo in remoto la segretaria del Pd Elly Schlein, che però era già stata a Siracusa la scorsa settimana.
Intanto, oggi e domani si vota in 129 comuni in Sicilia, tra i quali, oltre che a Catania e Siracusa, anche a Ragusa e a Trapani.
Lunedì a tarda sera, conosceremo i sindaci eletti nei 114 comuni in cui si vota con turno unico, oltre a quelli degli altri comuni che avranno ottenuto almeno il 40% dei voti.
C’è attesa anche per il risultato di Taormina, dove è candidato Cateno De Luca, che se dovesse essere eletto, sarebbe il quarto comune di cui diventa sindaco.
In attesa dei risultati di lunedì, arrivano brutte notizie sul fronte della salute dei siciliani.
Qualche giorno fa, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, l’Agenas, ha pubblicato i risultati della valutazione delle prestazioni, se preferite ‘performance’, di 53 ospedali pubblici.
Delle 12 strutture ospedaliere che sono risultate di livello basso, il peggiore, tre sono a Roma, le altre tutte al sud.
Tre di queste sono in Sicilia: gli Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello e il Civico Di Cristina Benfratelli, a Palermo, e il Cannizzaro a Catania.
La salute è ogni giorno di più la vera emergenza dei siciliani.
Chiunque vinca le elezioni, è tempo di rimboccarsi le maniche per garantire un diritto fondamentale ai cittadini di questa terra. Prima che sia troppo tardi.
Intanto l’Assemblea Regionale Siciliana, il ‘Parlamento più antico d’Europa’, centellina gli atti prodotti.
A 200 giorni dal suo insediamento, all’Ars sono in discussione 501 disegni di legge, presentati dall’inizio della legislatura, ma le leggi approvate sono solo 6.
Di queste, 5 riguardano il bilancio o norme collegate in qualche modo con la legge di stabilità, e solo una argomenti diversi.
Vale la pena di citarla, è la legge regionale n. 4 del 18 aprile, ‘Disposizioni in materia di tassa automobilistica. Interventi finanziari a favore dell’aeroporto di Trapani Birgi’.
Del resto, dal 10 novembre 2022 ad oggi, le sedute d’aula a Palazzo dei Normanni che hanno impegnato i deputati regionali, sono state 43 in 35 giorni, per complessive 80 ore, con una media di 11 ore al mese.
Un po’ pochine, si può sicuramente fare di meglio.
Nel seguito l’elenco degli articoli pubblicati nella settimana, direttamente linkabili per la lettura.
Buona domenica e buona settimana.