Dedicata a don Aldo Caramagno, la piazza adiacente la chiesa del sacro Cuore. Don Caramagno è stato il primo parroco della borgata. E’ stata intitolata, ieri sera, con una cerimonia.
Con una sobria cerimonia è stata dedicata, nel trentanovesimo anniversario della scomparsa, la piazza adiacente la chiesa del Sacro Cuore al primo parroco don Aldo Caramagno, nato ad Augusta il 5 gennaio 1911. Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco Giuseppe Di Mare, la Giunta comunale, il presidente del consiglio Marco Stella e una rappresentanza di consiglieri comunali. Presenti anche i vigili urbani con il gonfalone del Comune. Dopo la scopertura delle targhe toponomastiche e la benedizione impartita dal parroco don Davide Di Mare, ha avuto luogo la solenne celebrazione Eucaristica che ha registrato la presenza dei parenti di padre Caramagno e di un nutrito gruppo di quei giovani che durante il periodo in cui era parroco costituivano il gruppo numeroso e impegnato nell’animazione religiosa, culturale e sociale della borgata.
“La piazza dedicata a padre Caramagno, era stato oggetto di un intervento di riqualificazione oltre quindici anni fa ma era priva di denominazione. Abbiamo accolto prontamente – ha detto il sindaco Di Mare – l’istanza dell’attuale parroco don Davide Di Mare, che si è fatto promotore del sentire della comunità e degli abitanti della borgata”. Padre Caramagno ebbe il difficile compito di creare la prima comunità in piena guerra. Iniziò il suo apostolato nel settembre del ’41 con l’apertura della chiesa del S.Cuore che fu elevata parrocchia il 9 agosto 1942. Nel settembre del 1943 si adoperò per la ricostituzione a livello cittadino dell’Azione Cattolica per un tentativo, ben riuscito, di ridare speranza a una città che aveva sofferto lutto e distruzione con profonde ferite umane e materiali. Nonostante le difficoltà causate dalla guerra, la parrocchia divenne ben presto centro di riferimento del rione che mancava dei più elementari servizi. Non mancò di segnalare alle autorità i problemi del rione. Grazie al suo interessamento la comunità l’ebbe come punto di riferimento per ogni necessità spirituale e materiale.
Durante la celebrazione, l’assessore alla Cultura e Toponomastica Giuseppe Carrabino, ha dato lettura dell’atto deliberativo numero 151 del 13 novembre 2021 e del decreto autorizzativo a firma del prefetto di Siracusa Giusi Scaduto. Toccante la testimonianza del nipote Alberto Terranova, già preside del liceo Classico “Megara” il quale, impossibilitato a partecipare all’evento, ha trasmetto una lettera di ringraziamento al parroco, al sindaco e all’assessore Carrabino, che è stata letta durante la cerimonia. “Mio zio è stato sempre una figura presente nella nostra vita, ma in particolare abbiamo sperimentato il suo zelo di pastore attento alle necessità della comunità durante la guerra. Nel 1943 abbiamo vissuto con lui condividendo le sue ansie e le sue preoccupazioni spirituali”. Curò con zelo la formazione dei fanciulli. Pur avvalendosi di un nutrito gruppo di catechisti, non mancava mai di intervenire e impartire i rudimenti della dottrina cristiana. Sul finire degli anni settanta le sue precarie condizioni di salute, determinate da problemi cardiaci, iniziarono a limitarne l’azione pastorale tanto da richiedere spesso l’aiuto e la collaborazione di altri sacerdoti.