“Il ministero della Difesa ha riconosciuto il diritto all’informazione dei cittadini. Nel silenzio delle istituzioni – dicono i componenti dei comitati che fanno parte del coordinamento – è stato smascherato il progetto di riattivazione del poligono militare di Punta Izzo. Contro il quale occorre far ripartire la mobilitazione dal basso.Abbiamo scoperto il pentolone, con le sole armi del diritto e la determinazione di chi è consapevole di essere nel giusto. Il progetto di riattivazione del poligono di tiro di Punta Izzo esiste ed è in cantiere da almeno sei anni, con il parere favorevole espresso nel novembre 2012 dal Comitato misto paritetico per le servitù militari (CoMiPa) e l’autorizzazione paesaggistica concessa nel luglio 2013 dalla Soprintendenza ai beni culturali di Siracusa. L’importo dei lavori sfiora i 4 milioni di euro. Con questa cifra si realizzerà – si legge negli atti – la “demolizione e ricostruzione del poligono di tiro per le forze armate con il rifacimento della strada d’accesso e la realizzazione del piazzale ad esso adiacente”.
La dettagliata conferma arriva a un anno dalla denuncia del coordinamento, grazie all’esame della documentazione che il responsabile della Trasparenza del ministero della Difesa ha trasmesso al coordinamento accogliendone il ricorso contro il rifiuto all’accesso civico opposto nel mese di dicembre dal Comando Marittimo di Sicilia. “Con questa pronuncia – sottolinea Gianmarco Catalano portavoce del coordinamento – che per il suo significato rappresenta un precedente di portata nazionale, il responsabile della Trasparenza, generale ispettore Bernando Gallo, certifica due fatti importanti che avevamo preannunciato: l’illegittimità del diniego all’accesso e il diritto dei cittadini di conoscere direttamente le informazioni ambientali sui progetti e sulla destinazione d’uso del proprio territorio. Anche nel caso di opere militari destinate alla difesa nazionale. E’ stato dunque riconosciuto il fondamento giuridico delle nostre ragioni, contro l’infondata pretesa di segreto militare avanzata da Marisicilia”.
Ora, secondo il coordinamento nessuna istituzione può dirsi esente dalla responsabilità della mancata trasparenza verso i cittadini o di non aver vigilato a tutela del diritto all’informazione della collettività, fondamento della democrazia. “La Marina militare mentiva quando, oltre un anno fa, dichiarava che non esisteva alcun progetto di riattivazione del poligono militare di Punta Izzo. I governi italiano e siciliano sapevano e hanno taciuto. Mentre resta da capire – prosegue il coordinamento – se il Comune di Augusta, malgrado l’attuale sindaco si dichiari ignaro della vicenda, era o meno a conoscenza del progetto. Secondo le regole e la prassi amministrative, il parere del CoMiPa e l’autorizzazione della Soprintendenza dovevano essere quanto meno notificati al Comune, volendo tralasciare le perplessità sull’eventuale mancato coinvolgimento dell’Ente nell’iter amministrativo. Allora delle due l’una: o il Comune è rimasto all’oscuro di tutto, e ciò significherebbe che vi siano state delle gravissime irregolarità amministrative, che rischiano di tradursi in illecito penale, da parte delle autorità competenti a informare e rendere partecipe l’Ente locale. Oppure il Comune aveva ricevuto tutta la documentazione, sapeva del progetto e lo ha colpevolmente taciuto agli augustani.
Il dovere di fornirci una risposta spetta ora all’amministrazione comunale, e in particolar modo al sindaco nella sua qualità di rappresentante legale dell’Ente. Così come spetta alla Soprintendenza chiarire come è stato possibile rilasciare l’autorizzazione paesaggistica per delle opere e in vista di un utilizzo, le esercitazioni militari a fuoco, palesemente incompatibili con i vincoli di tutela paesaggistica e archeologica – livello 3, secondo il Piano paesaggistico regionale – a cui è assoggettato il comprensorio di Punta Izzo. E chissà, ancora, se l’opera sia stata sottoposta a previa valutazione d’incidenza ambientale, considerata la prossimità del poligono al Sito d’importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale delle Saline Regina di Augusta (da poco dichiarate anche Zona di Conservazione Speciale).
Cettina Di Pietro, sindaco di Augusta, sostiene di non essere stata mai a conoscenza dell’esistenza di questo progetto, di cui non nega ci siano tracce nei cassetti del Comune e pertanto ne verificherà la giacenza. “Si tratta di un progetto che risale ad alcuni anni fa – dice Di Pietro – e pertanto i nostri uffici avranno probabilmente rilasciato i pareri di loro competenza. La notizia non mi rende felice, in quanto continuo a sostenere la proposta dei comitati, che da circa un anno e mezzo chiedono la smilitarizzazione e gli interventi di bonifica e tutela ambientale e culturale della località Punta Izzo per ottenere il riconoscimento della zona come parco naturale e culturale libero dai vincoli militari”.
L’ufficio stampa del Comando marittimo Sicilia “conferma ancora una volta che nell’area di Punta Izzo sono stati effettuati lavori di manutenzione”. In merito al progetto del poligono ha ottenuto le autorizzazioni necessarie. E come avrebbe potuto non ottenerle trattandosi di zona militare e oltretutto il progetto non contempla la realizzazione di costruzioni.
La sovrintendente ai Beni culturali di Siracusa, Rosalba Panvini chiarisce, infatti che, pur trattandosi di un’area tutelata dal piano paesaggistico il parere favorevole è stato rilasciato, appunto perché il progetto non prevede la costruzione di strutture. Qualora la Sovrintendenza non l’avesse concesso la Marina l’avrebbe ottenuto in deroga in quanto Punta Izzo è una zona militare.
“Nei prossimi giorni – fa sapere il coordinamento- andremo a depositare direttamente in Procura della Repubblica gli atti ricevuti dal ministero della Difesa, quale ulteriore documentazione da allegare al fascicolo d’indagine aperto sul nostro esposto per abuso edilizio presentato lo scorso luglio.