Il consigliere comunale di Diems 25, Giuseppe Schermi ha presentato al presidente del Consiglio comunale, al responsabile del settore Affari generali e al segretario generale dell’Ente una mozione per indire il referendum consultivo sul deposito costiero di Gnl. “Considerato che l’Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia orientale ha pubblicato un avviso esplorativo per realizzarlo, ritenete che il Comune debba rilasciare parare contrario alla realizzazione del deposito di Gnl per tutto quanto di propria competenza”? La mozione impegna il sindaco a indire il referendum con questo quesito.
Tra i contrari alla realizzazione del Gnl ci sono il consigliere Schermi e le associazioni ambientaliste perché: “l’area di attenzione in maniera generica indicata come porto di Augusta insiste su tessuti urbani densamente popolati, a elevata concentrazione di stabilimenti industriali ed “elevato rischio di crisi ambientale”, con impianti vetusti in attività da oltre mezzo secolo, soggetti a frequenti incidenti”, come sottolineano i rappresentanti delle associazioni e dei comitati i quali, pur riconoscendo le ridotte capacità inquinanti del Gnl, evidenziano il rischio che comporterebbe allocare il deposito in una zona ad alta sismicità con notevole presenza di impianti industriali.
Favorevoli sono invece le associazioni di operatori portuali come Assoporto e Unionports ritenendolo necessario per lo sviluppo del porto, senza il quale lo scalo megarese potrebbe essere tagliato fuori dalle rotte internazionali, con grande rischio per le attività portuali, come anche per l’intero polo petrolchimico, nonché comprometterne l’ingresso nel circuito dei porti “Core”. L’Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia orientale Augusta -Catania ha pubblicato due manifestazioni di interesse secondo la normativa vigente, finalizzate alla realizzazione di un deposito di Gnl nella rada megarese presso il pontile di Punta Cugno, la prima nel dicembre del 2018, la seconda lo scorso settembre che per la necessità di gestire le gare in via telematica ha sostituito la prima indagine di mercato, alla quale avevano aderito sei aziende.