La serata verteva su diversi temi che portavano a conclusioni sulla fotografia come mezzo di pace. «Tramite le mie fotografie e alcuni esempi sull’utilizzo dello smartphone ho dimostrato ai ragazzi dell’azione cattolica come la fotografia può essere un mezzo d’espressione per tutti se solo si è disposti ad allenare la propria sensibilità».
Il giovane fotografo ha infatti parlato di attitudini personali, di sensibilità, ma anche dei diversi modi di comunicare attraverso la fotografia: «Nel mio discorso ho cercato di essere il più chiaro possibile e per farlo ho contrapposto due stili e generi fotografici totalmente differenti, che appartengono anche a due generazioni differenti. Ho posto da un lato lo stile realistico e narrativo di Letizia Battaglia, famosa fotoreporter che espone il pubblico ai tristi risultati del crimine mafioso e dall’altro quello di Charley Fazio, che ha deciso, tramite la bellezza, di raccontare la storia dei bambini di Kilis (Turchia) a confine con la Siria per mezzo dei loro stessi occhi, dando in mano loro delle fotocamere istantanee, traendo così risultati emozionanti dai quali si evincono gli affetti e lo stupore di quei bambini che sono stati privati della loro infanzia, ma che nonostante ciò continuano a guardare il mondo con gli occhi della fanciullezza. Definire Charley un fotoreporter sarebbe riduttivo, le sue sono delle vere e proprie missioni umanitarie, attraverso la fotografia. Due metodi totalmente differenti, dettati anche da esigenze e periodi storici differenti, che hanno messo in luce come per comunicare la pace e sensibilizzare chi guarda dall’esterno vi siano innumerevoli approcci».
La conferenza è stata organizzata in occasione del “Mese della Pace”, tematica dell’Azione Cattolica Nazionale. «Mi corre l’obbligo di ringraziare – conclude il fotografo – i responsabili dell’A.C. Maria Lisitano e Giovanni Raffa che si sono interfacciati per primi con me e la mia equipe personale formata da Alessia Castorina e Iolanda Palmi che contribuiscono sempre nella riuscita delle iniziative che mi coinvolgono».
Soddisfatti il parroco, Padre Giuseppe Mazzotta, e i responsabili di ACR e ACG. «Alcuni di noi hanno conosciuto Roberto a Ottobre, in occasione della mostra Storie di Luce e dalle emozioni che trasmettono le sue fotografie abbiamo subito capito che fosse in grado di portare la sua testimonianza ai ragazzi della parrocchia. Ci teniamo che siano dei giovani a farlo poiché crediamo che quella dei “giovani verso i giovani” sia una chiave di lettura che da ottimi risultati».
La serata si è poi conclusa con un momento di convivialità con la classica merenda di condivisione.