Due i momenti che hanno caratterizzato l’incontro tra i fedeli della parrocchia di San Giuseppe Innografo: la benedizione della nuova icona dell’Anastasis e l’inizio del nuovo anno sociale e la consegna del programma della parrocchia retta da don Giuseppe Mazzotta.
Nel corso dell’incontro con i fedeli, padre Mazzotta ha ricordato che l’icona dell’Anastasis è stata offerta dalle famiglie Tringali ed Ercolani in memoria di Claudio Tringali scomparso recentemente. E dalla famiglia Lombardo, in memoria dello scomparso architetto Sebastiano. La nuova icona è stata realizzata dalla professoressa Mirella Roccasalva Firenze, che già in passato aveva iniziato la serie di icone nella chiesa di San Giuseppe Innografo, e dall’architetto Liliana Brunelli di Ferrara.
A illustrare ai fedeli la nuova icona dell’Anastasis la Mirella Roccasalva Firenze, che ha esordito ringraziando i presenti per l’accoglienza familiare avuta nei suoi confronti. “La realizzazione di questa icona, così come le altre in questa chiesa ci appartiene, ma appartiene a tutti. Anastasis letteralmente significa risveglio, il risveglio di Adamo nella chiesa d’Oriente e raffigura il momento della Resurrezione, dal momento che Gesù scende agli inferi e libera l’intera umanità. L’icona ha un linguaggio teologico forte, con una grande correlazione con la crocifissione. In quest’ultima leggiamo sul corpo di Gesù una grande sofferenza che si è fatto carico dei peccati del mondo intero, ma che successivamente arriva il momento del risveglio dell’intera umanità. Nella realizzazione dell’icona dell’Anastasis, si nota come Gesù spacca le porte degli inferi per fare spazio alla nuova creazione di Adamo che viene rigenerato, così come il peccato originale. Il sangue di Gesù sulla croce cade dentro il Gòlgota, luogo in cui per tradizione è stato seppellito Adamo. Nell’icona inaugurata oggi, si può notare come Gesù si inchina come se si avvicinasse all’altare, luogo nel quale noi fedeli riviviamo il mistero della morte e della Resurrezione di Cristo. Luogo in cui noi tutti siamo raccolti a garanzia di salvezza e che ci appartiene”.
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