“Continuano le installazioni nel Mediterraneo dei depositi di Gnl (gas naturale liquefatto), cioè la risposta per la logistica portuale e non ( interessati anche i camion oltre che navi) all’inquinamento da combustibili liquidi, poiché il Gnl abbatte del 95 % le emissioni di ossidi di zolfo”. Lo dichiara il presidente di Unionports Davide Fazio auspicando che: “il nuovo deposito si costruirà nella laguna di Venezia (Porto Marghera) possa essere utile per chiarire notizie sull’elemento rischio, poiché il via libera alla costruzione dell’impianto a Porto Marghera è stato dato dai ministeri dell’Ambiente, del Turismo e per i Beni e le Attività culturali. Il via libera è stato dato dai ministeri il 5 novembre scorso. Il deposito sarà della società Venice Lng che ha programmato un investimento per circa cento milioni di euro, con un capacità di circa 32 mila metri cubi. Certamente provocherà effetti positivi in termini di occupazione diretta e di indotto”.
Unionports Maritime Cluster, associazione di imprese che operano nel porto di Augusta, Catania e Siracusa ricorda che, in questo momento in Italia già duemila camion hanno abbandonato il gasolio per passare al meno inquinante Gnl, mentre già da qualche anno le nuove flotte mercantili stanno gradualmente ma incessantemente passando al gas naturale liquefatto. “Ciò significa che nei mari e nei porti sarà prodotto meno inquinamento. Standard della logistica a cui i paesi più accorti e che guardano al futuro si stanno rivolgendo, ma non nel porto di Augusta che, se non vengono superati preconcetti non suffragati dalle conoscenze tecnologiche, potrebbe rimanere fuori dalle rotte internazionali, con grande rischio per le attività portuali come anche per l’intero polo petrolchimico. E potrebbe essere compromesso anche l’ingresso nel circuito dei porti “Core”.
Per il Gnl ad Augusta un forte interesse è stato già manifestato da primarie aziende di rilievo internazionale della filiera energetica. Manifestazioni di interesse che giacciono negli scaffali della sfortunata Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale, da sempre bloccata da non pochi deterrenti in ogni sua iniziativa di sviluppo”. Per Unionports è tempo di agire, il futuro ci sfugge di mano, e rischiamo di non cogliere il beneficio ambientale che tanti invocano a parole. L’associazione fa appello a tutte le forze in campo (grandi imprese, sindacati, politica e vari livelli di governo ) per mettere al centro della discussione questo argomento. Magari convocando gli stati generali per la portualità, cosa mai fatta in passato. Occorre agire e non è più tempo di scontri inutili e preconcetti pericolosi – conclude Davide Fazio – per la comunità dal punto di vista sia ambientale sia economico.