La serata è stata introdotta da Mariada Pansera, presidente di Archeoclub Augusta, che ha esaltato le bellezze della chiesa dedicata al patriarca, centro di fede e spiritualità del popolo di Augusta e ha presentato il relatore, Giuseppe Carrabino ricordando la sua passione per la storia patria e il patrimonio artistico della città. “Scopo principale dell’incontro – ha detto Pansera – è quello di far conoscere questo inestimabile patrimonio, nella convinzione che solo attraverso la conoscenza si può garantire la nostra eredità culturale alle generazioni future. Un impegno, questo, che vede Carrabino sul campo da alcuni decenni con dedizione e tante volte con fatica e rammarico, specie contro la rapidità con la quale, in alcune occasioni, diverse espressioni dell’arte sacra sono state irrimediabilmente distrutte o trafugate. Tali espressioni sono costituite dai monumenti architettonici (patrimonio immobile), dalle suppellettili liturgiche e opere di valore artistico-storico (patrimonio mobile), dagli archivi e biblioteche ecclesiastiche (patrimonio culturale).
Un itinerario virtuale quello proposto dal relatore che ha illustrato la storia, le dinamiche che hanno determinato la nascita dei diversi insediamenti architettonici, e nel contempo esaminato una parte dell’enorme patrimonio culturale che testimonia i culti e le tradizioni di una comunità attenta alle correnti culturali che, nel tempo, si sono sviluppate grazie agli ordini religiosi, confraternite, committenti illuminati, artisti e devoti ispirati. La Chiesa ha favorito nel corso dei secoli la creazione di beni di valore artistico che, con l’andare del tempo, hanno assunto anche un valore storico. Del resto, fin dai primi secoli l’arte sacra è stata concepita come strumento di evangelizzazione e di stimolo ai non cristiani. Basti ricordare la frase di Giovanni Damasceno “Se un pagano viene e ti dice: mostrami la tua fede …, tu lo porti in Chiesa e gli fai vedere la decorazione di cui è ornata e gli spieghi la serie dei sacri quadri”.
“Si tratta – ha riferito Carrabino – di un patrimonio non indifferente e i dati di questo censimento – sia pur parziale e in itinere – ci offrono la possibilità di illustrare opere ai più sconosciute e nel contempo di sfatare quelle dicerie circa l’assenza di nomi di artisti e committenti. Le ricerche archivistiche hanno infatti permesso di attribuire edifici ai Bonaiuto di Siracusa o ai Palazzotto da Messina; dipinti dei siracusani Mario Minniti e Daniele Monteleone, del messinese Antonino Bova, di Emanuele Infantino o della scuola di Pietro Novelli. Sculture del celebre frate francescano Innocenzo da Petralia. Argenti del messinese Paolo Pellicano o del catanese Bartolomeo Bartolotta. Opere di ebanisteria degli augustani Cosimo Parri o Salvatore Stagnaro, ed ancora le pregevoli dorature dei rinomati battiloro augustani, ritenuti esperti del settore in tutta la Val di Noto, oltre a sculture in ceroplastica del concittadino Carmelo Costa”.
Con l’ausilio delle immagini sono state illustrate sculture, dipinti, maioliche, bronzi, marmi, ceroplastica, mistura, cartapesta, ex voto, tessuti, parati sacri, statue da “vestire”, argenti e testimonianze della fede e pietà popolare. Di particolare pregio il Crocifisso della chiesa della Grazia con la “firma” di fr. Innocenzo da Petralia o la pregevole “Madonna nera” di scuola bizantina della chiesa Madre. Dobbiamo esprimere sincera gratitudine al docente Paolo Giansiracusa – ha detto Carrabino – e a quanti come lui hanno supportato la nostra azione finalizzata alla conoscenza e soprattutto al recupero del significato dei beni culturali e delle tradizioni popolari nella coscienza collettiva. Sarebbe inopportuno che a questa energica azione e soprattutto alle indicazioni suggerite anche dalla Conferenza Episcopale Italiana tendenti all’esaltazione dei beni della Chiesa come strumenti di evangelizzazione, corrispondesse una noncuranza delle nostre Chiese particolari.
In tal senso si inserisce il monito del cardinale Ravasi che rammenta l’importanza della formazione dei ministri del culto alla salvaguardia, promozione e valorizzazione dei beni culturali nella loro sostanziale unità e complessità. Si tratta di imparare a riconoscere, discernere e usufruire dell’arte e della storia nell’azione pastorale. Il valore acquisito da questi beni obbliga custodi e comunità che li posseggono alla loro particolare tutela e valorizzazione.
Nell’ asserito del cardinale Ravasi – ha aggiunto Carrabino – trovo piena continuità nell’opera del nostro arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo che, durante il suo episcopato, ha sempre incoraggiato l’azione evangelizzatrice delle comunità locali e dell’associazionismo confraternale in particolare, con specifico riferimento alla pietà popolare e la costante cura dei “beni” espressi da ogni singola realtà ecclesiale. Non posso non ricordare il suo apprezzamento nei confronti della salvaguardia, del restauro delle nostre chiese e delle preziose opere in esse custodite e in particolare dei suoi reiterati interventi a favore della genuina pietà popolare della nostra Augusta.
Quale miglior conclusione – ha detto Carrabino – trovandoci nella chiesa confraternale di San Giuseppe, che è sintesi di questo incontro tra estetica e fede, ricorrere a Marc Chagall che ricorda a tutti noi che “i pittori per secoli hanno intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato che era la Bibbia”. Essa è stata, infatti, l’atlante iconografico per eccellenza, l’“immenso vocabolario” della cultura, come la definiva il poeta francese Paul Claudel. È significativa, perciò, la professione di principio che facevano i pittori senesi del Trecento nei loro Statuti delle corporazioni d’arte “Noi siamo manifestatori, agli uomini che non sanno lettura, delle cose miracolose operate per virtù della fede”.
L’incontro si è concluso con i saluti di Concetto Lombardo, Governatore della Confraternita di S.Giuseppe il quale ha dichiarato che in effetti il patrimonio presentato non è altro “Splendore della fede” poiché in ogni singola opera, sia essa materiale che immateriale, si esprime la bellezza di Dio e della fede degli uomini e delle donne di tutti i tempi.