Francesco Ippedico, tecnico chimico, già assessore della giunta Gulino, (tra la fine degli anni novanta e gli inizi degli anni 2000) nel dicembre 2014 fu indagato per avere attestato la qualità e le caratteristiche del prodotto mai consegnato. Il provvedimento a suo carico gli venne consegnato all’alba dalla Guardia di Finanza in presenza del figlio, pochi mesi dopo deceduto. Per Ippedico l’apprendere di figurare tra i colpevoli della maxi truffa fu una doccia fredda, data la propria estraneità ai fatti che gli vennero contestati. Nel 2016 per il tecnico chimico è arrivata l’archiviazione. Ippedico si è costituito parte civile nel processo che si concluderà a dicembre a Roma e attende un congruo risarcimento per i danni materiali e morali subiti. Il figlio morì per commozione cerebrale pochi mesi dopo il coinvolgimento del padre nella vicenda giudiziaria e Francesco Ippedico non esclude che l’indagine possa essere stata una concausa del trauma.
La falsificazione del timbro del tecnico chimico, con allora alle spalle rapporti lavorativi decennali con la Marina militare, è stata appurata da una perizia grafologica. Francesco Ippedico ha voluto rendere pubblico il decreto di archiviazione, a distanza di quasi 3 anni, stamattina in conferenza stampa per fugare i dubbi che in seguito alla propria iscrizione nel registro degli indagati sono rimasti, a suo dire, ancora insinuati nella gente.
Ricordiamo che il meccanismo per la presunta truffa era semplice: si attestava falsamente il rifornimento dei depositi avvenuto per mezzo della nave cisterna denominata “Victory I”. Una nave, come hanno stabilito dalle indagini, naufragata nel settembre 2013 nell’Oceano Atlantico. Grazie ai fittizi trasporti della fantomatica “Victory I”, mai attraccata nel porto di Augusta, veniva attestata falsamente la fornitura di oltre 11 milioni di litri di gasolio navale, del valore complessivo di oltre 7 milioni di euro, pari al danno subito per le casse dell’Erario.