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Lentini| Alfio Antico e Michele Conti stregano il pubblico

27 Settembre 2016 | by Silvio Breci
Lentini| Alfio Antico e Michele Conti stregano il pubblico
Spettacolo
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Concerto-evento di rara bellezza domenica sera a palazzo Beneventano. Il maggiore interprete europeo della tammorra e l’ironico e giocoso menestrello siciliano sul palco insieme a Carlo Cattano, Luca Aletta, Stefano Cardillo, Salvuccio Raiti e Marco Corbino. Suoni, atmosfere e magie lungo il fil rouge della memoria.

alfio-antico«Chi ci fazzu na stu munnu pazzu»: è probabilmente tutta in questo verso di una delle sue composizioni di maggior successo l’ancestrale anima di Alfio Antico, la prorompente energia della sua musica, la forza commovente dei suoi versi. Incarnazione moderna dello spirito primordiale siciliano, respiro primitivo in questo complesso e a volte incomprensibile mondo contemporaneo, Alfio Antico ha letteralmente stregato, domenica sera, il pubblico accorso numerosissimo ad ascoltarlo a palazzo Beneventano insieme a Michele Conti, eccellente violinista e mandolinista e raffinato interprete della musica popolare siciliana.

«Semu suli, semu tuttu». Alfio Antico e Michele Conti, due straordinari artisti per un concerto-evento di rara bellezza destinato a rimanere nella storia. «Semu suli, semu tuttu» il titolo dello spettacolo provvidenzialmente andato in scena – a causa della pioggia che ha costretto gli organizzatori ad abbandonare il cortile interno, che avrebbe però consentito un maggiore afflusso di spettatori – all’interno di un ambiente incredibilmente suggestivo e primitivo come le stalle della storica dimora dei Beneventano, restituita alla città lo scorso maggio dopo un lungo e complesso, ma ancora incompleto, intervento di restauro. Promosso dal Comune di Lentini e organizzato in collaborazione con il presidio locale di Italia Nostra, che dal maggio scorso ha in affidamento la gestione dell’immobile, il concerto ha regalato suoni, atmosfere e magie che solo due grandi artisti come Alfio Antico e Michele Conti potevano donare.

musicafestival_300x250Alfio Antico e Michele Conti. Da una parte il pastore diventato cantautore, il tamburellista per antonomasia, il maggiore interprete europeo della tammorra. Dall’altra il novello menestrello, il Branduardi siciliano, ironico e giocoso, che dal 1998, con la compagnia La Giostra, porta in giro per l’Italia le seducenti sonorità etnico-medievali. Entrambi con il bagaglio di prestigiosissime collaborazioni. Il primo con artisti del calibro di Peppe Barra, Tullio De Piscopo, Edoardo Bennato, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè, Renzo Arbore, Vinicio Capossela, Fiorella Mannoia, Giorgio Albertazzi, Maurizio Scaparro, Pasquale Scimeca e Carmen Consoli. Il secondo con stelle altrettanto luminose del panorama musicale italiano come Paolo Buonvino e Mango.

La band. Con Alfio Antico e Michele Conti, a impreziosire di suoni e di emozioni una serata speciale snodatasi lungo il fil rouge della memoria, attraverso le storie e i miti di una tradizione che probabilmente non ritornerà mai più, c’erano sul palco musicisti di indiscusso spessore come Carlo Cattano, Luca Aletta, Stefano Cardillo, Salvuccio Raiti e Marco Corbino, componente storico dei Lautari, il celebre gruppo di musica folk nato a Catania negli anni Ottanta.

Suoni, atmosfere e magie. Aperto dai saluti del presidente di Italia Nostra Lentini, Giorgio Franco, e del sindaco Saverio Bosco, che si è detto soddisfatto e orgoglioso per la risposta entusiasta della città, il concerto ha letteralmente stregato il pubblico in un crescendo di emozioni. Alfio Antico ha proposto i suoi pezzi di maggior successo, da Di cu sugnu a Tutti li cosi vanno a lu pinninu, da La mè badìa a Dormi stanchizza, da Ma guarda guarda ad Anima ‘ngignusa, da Re Bufè a Cunta li jurnati. Con un cameo finale: l’inattesa esibizione di Puccio Castrogiovanni, come Corbino altro componente storico dei Lautari. Pianista e chitarrista, ma soprattutto – come ha ricordato lo stesso Antico – eccezionale suonatore di marranzano.

© Riproduzione riservata

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