“Parere di dissenso” del Dru, sospiro di sollievo. Il “parere di dissenso alla variante urbanistica”, formulato nei giorni scorsi dal Dipartimento urbanistica dell’Assessorato regionale territorio e ambiente in ordine al progetto di ampliamento della discarica di Grotte San Giorgio, fa tirare per il momento un sospiro di sollievo. Per il sindaco Saverio Bosco, che pochi giorni fa ha riunito i colleghi candidati a sindaco per rafforzare il fronte contro l’ampliamento di quella che è già la più grande discarica dell’isola e per mettere a punto una strategia comune (la richiesta al presidente Musumeci di sospendere in autotutela il procedimento autorizzativo e l’invito a partecipare a un incontro a Lentini), si tratta di «una gran bella notizia per la comunità».
La battaglia va avanti. Istituzioni, forze sociali e politiche del territorio, che da mesi contrastano la realizzazione di tre nuovi bacini per l’abbancamento di rifiuti che raddoppierebbero la volumetria complessiva della discarica della Sicula Trasporti, di cui dal 30 aprile, com’è noto, è stata annunciata la chiusura per «raggiunta capienza massima», incassano dunque un primo positivo risultato. Tuttavia la battaglia deve andare avanti.
Le carte mancanti. Per il Dipartimento urbanistica – che nella nota a firma del dirigente generale, architetto Calogero Beringheli, indirizzata al Dipartimento ambiente a margine della conferenza dei servizi dello scorso 25 febbraio, parla di «mancata preventiva produzione della documentazione necessaria e indispensabile in base alla normativa vigente» – le carte parlano chiaro e le “carenze” giustificano il “parere di dissenso”. Mancano, infatti, la relazione tecnica di variante urbanistica, la carta dei vincoli, il parere favorevole di compatibilità geomorfologica del Genio Civile, il parere in materia di valutazione ambientale strategica e, non ultimo, il parere favorevole del consiglio comunale.
Innocenti: «Consiglio sovrano in materia urbanistica». Consiglio che invece, proprio nelle scorse settimane, aveva negato la concessione della variante urbanistica, necessaria per realizzare opere in un’area classificata come zona agricola. Soddisfatto il presidente Pippo Innocenti. «Sono orgoglioso – afferma – di rappresentare il consiglio comunale che con il suo parere contrario all’ampliamento ha di fatto condizionato l’Assessorato territorio e ambiente. Il consiglio comunale è e rimarrà sovrano sulle scelte in materia di urbanistica».
Bosco: «Non siamo più soli». «Adesso – sottolinea il sindaco Saverio Bosco – non siamo più soli. Oltre al no del comune di Lentini, arriva anche quello dell’Assessorato regionale territorio e ambiente». Il pronunciamento del Dipartimento urbanistica, infatti, è arrivato a pochi giorni di distanza dalla conferenza dei servizi del 25 febbraio, nel corso della quale l’amministrazione comunale lentinese, anche in rappresentanza di quelle di Carlentini e Francofonte, aveva ribadito la propria ferma contrarietà all’ampliamento della discarica con la costruzione di tre nuove vasche, per abbancare oltre quattro milioni e mezzo di metri cubi di rifiuti, e serbatoi di stoccaggio del percolato per 900 metri cubi.
Approvazione del Dipartimento necessaria. Come ricorda il Dipartimento nel parere «la Regione ha competenza esclusiva in materia urbanistica e governo del territorio» e dunque «in caso di opere in variante allo strumento urbanistico comunale, le stesse non possono intraprendersi senza l’approvazione di questo competente Dipartimento regionale urbanistica».
Boggio: «Passo in avanti ma bisogna mantenere la guardia alta». «La notizia del “parere di dissenso” è un passo in avanti ma bisogna ancora mantenere la guardia alta poiché mancano i pareri di altri enti». Lo afferma Luigi Boggio, ex parlamentare nazionale ed ex segretario della Camera del Lavoro, oggi tra i membri più attivi del Comitato unitario per la sanità pubblica e promotore, nei mesi scorsi, della mobilitazione contro la realizzazione di una nuova discarica in contrada Scalpello, quella progettata dalla Gesac della famiglia Leonardi, una delle società finite sotto i riflettori della magistratura nell’ambito dell’inchiesta “Mazzetta Sicula”. «Il presidente Musumeci – incalza – dovrà dirci con chiarezza cosa pensa adesso, dopo che un ramo della sua amministrazione ha espresso parere negativo».
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