Dunque non sembrano ancora essere state fugate del tutto le nubi sul futuro dell’ufficio del Giudice di Pace, da alcune settimane sotto i riflettori per la decisione del presidente del Tribunale di Siracusa, Antonio Maria Maiorana, di chiederne la soppressione al ministero della Giustizia. Con una nota dello scorso 4 ottobre, inviata per conoscenza anche ai sindaci di Lentini, Carlentini e Francofonte, Maiorana aveva infatti segnalato al ministero «gravissime criticità che non consentono il regolare funzionamento dei servizi giurisdizionali e amministrativi». Criticità riferibili, com’è notorio, principalmente all’organico a orario ridotto assegnatovi finora dalle tre amministrazioni municipali. «Difficoltà – scriveva Maiorana nella nota inviata al ministero – che sono state inutilmente segnalate ai sindaci con nota del 24 giugno in cui si rappresentava, con riferimento al personale amministrativo, che l’ufficio non poteva assolutamente continuare a svolgere la sua attività solamente con tre unità amministrative impiegate peraltro a tempo limitato e che occorreva assolutamente ripristinare l’organico inizialmente fissato in quattro unità». Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale di Lentini è corsa ai ripari e dopo l’assegnazione di una prima unità, sempre a orario ridotto, ha destinato al Giudice di Pace anche l’ex sindaco Alfio Mangiameli, che però, in quanto dipendente comunale con il profilo professionale di “istruttore tecnico” e non amministrativo, ritiene di non avere la qualifica necessaria per assolvere alla nuova mansione. E si è rivolto ai propri legali – gli avvocati Giovanni Mania e Marco Cuttone – che hanno già inviato al Comune un atto di diffida e l’istanza di revoca o annullamento in autotutela del provvedimento ritenendolo «palesemente illegittimo e inefficace». Nell’istanza i due legali di Mangiameli parlano di «motivazioni inadeguate» ed «eccesso di potere», denunciano «un intento di marginalizzazione» dell’ex sindaco e sottolineano come emerga «un’indicazione univoca, da parte della normativa di primo e secondo grado, nell’individuare il personale istruttore amministrativo come unica categoria abilitata all’assegnazione in comando presso i Giudici di Pace». «L’amministrazione comunale – scrivono i legali nell’atto di diffida – non ha considerato che le mansioni di “istruttore tecnico” e di “istruttore amministrativo” sono in realtà professionalmente non equivalenti». Intanto, per domani, alle 10, al Sant’Alphio Palace, il consiglio dell’ordine degli avvocati di Siracusa ha indetto un’assemblea per affrontare il tema complessivo della sopravvivenza del Giudice di Pace e gli ultimi risvolti della vicenda. All’assemblea sono stati invitati anche i sindaci dei tre Comuni, Saverio Bosco, Pippo Basso e Salvatore Palermo.
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