L’ufficio non chiuderà. «Non solo l’ufficio del Giudice di Pace non chiuderà, ma siamo anche pronti a firmare la convenzione fra i tre Comuni che ne disciplina il mantenimento e che da tre anni giaceva silente e abbandonata». Lo ha detto questa mattina il sindaco Saverio Bosco intervenendo all’assemblea indetta dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa e svoltasi al Sant’Alphio Palace, per provare una volta per tutte a fare chiarezza sul futuro del presidio giudiziario dopo la decisione del presidente del Tribunale, Antonio Maiorana, di chiederne la soppressione al ministero della Giustizia.
Le criticità segnalate da Maiorana. Lo scorso 4 ottobre, come più volte ricordato in questi giorni, con una nota inviata per conoscenza anche ai sindaci di Lentini, Carlentini e Francofonte, Maiorana segnalò al ministero «gravissime criticità che non consentono il regolare funzionamento dei servizi giurisdizionali e amministrativi», criticità riferibili principalmente all’organico a orario ridotto assegnatovi in questi anni dalle tre amministrazioni municipali.
L’amministrazione corre ai ripari. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale di Lentini è corsa ai ripari e dopo l’assegnazione di una prima unità, a orario ridotto, ha destinato al Giudice di Pace anche l’ex sindaco Alfio Mangiameli. «La nostra amministrazione – ha sottolineato Bosco questa mattina, per poi ribadirlo qualche ora dopo sui social – ha confermato ancora una volta la volontà di mantenere in vita questo importante presidio di legalità, ma stavolta non a parole. Infatti, non solo abbiamo assegnato due unità lavorative, che si aggiungono a quella già precedentemente assegnata, ma siamo pronti, già a partire da lunedì, a firmare la convenzione». Sulla stessa scia anche il capogruppo del movimento Ora, Salvatore Caracciolo. «Questa mattina – afferma – abbiamo evidenziato ciò che questa amministrazione ha fatto per il mantenimento dell’ultimo presidio di giustizia rimasto a Lentini, ovvero l’assegnazione di due dipendenti per garantire il monte ore richiesto dal presidente del Tribunale e l’invio del materiale di cancelleria richiesto. Un ulteriore passo verso una città normale è stato fatto».
In arrivo altri due dipendenti dell’ex Provincia? Le nubi sulla sopravvivenza del presidio sembrano ulteriormente diradarsi anche per l’annunciato arrivo di ulteriori due unità. Si tratterebbe di dipendenti dell’ex Provincia Regionale di Siracusa, oggi Libero Consorzio Comunale, che avrebbero chiesto, anche in forza di una convenzione esistente fra il Tribunale e l’ex Provincia, di essere distaccati presso l’ufficio del Giudice di Pace di Lentini. Con l’arrivo dei due dipendenti dell’ex Provincia, uno di Lentini e uno di Francofonte, l’organico dell’ufficio salirebbe a 7. Un organico che metterebbe il presidio al riparo dagli eventuali sviluppi della vicenda Mangiameli.
La vicenda Mangiameli. L’ex sindaco, infatti, tramite i propri legali – gli avvocati Giovanni Mania e Marco Cuttone – ha notificato al Comune un atto di diffida e l’istanza di revoca o annullamento in autotutela del provvedimento, ritenendolo «palesemente illegittimo e inefficace». Nell’istanza i due legali di Mangiameli parlano di «motivazioni inadeguate» ed «eccesso di potere», denunciano «un intento di marginalizzazione» dell’ex sindaco e sottolineano come emerga «un’indicazione univoca, da parte della normativa di primo e secondo grado, nell’individuare il personale istruttore amministrativo come unica categoria abilitata all’assegnazione in comando presso i Giudici di Pace».
Le frecciate di Neri. Nello Neri, magistrato, ex deputato ed ex sindaco di Lentini, negli ultimi giorni non ha risparmiato frecciate all’indirizzo dell’amministrazione Bosco, pur essendone stato uno dei principali sostenitori. In un post sui social si è spinto persino a definire «inqualificabile» la vicenda del Giudice di Pace. Mentre in un altro ha parlato di «ingiustificabili ritardi» e «scelte adottate con modalità discutibili». Una vicenda, ha sottolineato in un altro ancora, sulla quale «fin qui conviene stendere un velo pietoso».
Il complotto. All’assemblea, aggiornata a sabato prossimo per seguire gli ulteriori sviluppi della vicenda, sono intervenuti, oltre al presidente dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa, Francesco Favi, e dell’Associazione Forense Lentinese, Vito Brunetto, l’assessore Francesco La Rocca in rappresentanza del Comune di Francofonte e il presidente del consiglio comunale Salvatore Genovese con il vicesegretario comunale Giuseppe Stefio in rappresentanza di quello di Carlentini. Ma tutta la vicenda, però, si tinge ora anche di giallo. Secondo quanto riferito da Bosco questa mattina nel corso dell’assemblea ci sarebbe stato qualche lentinese che avrebbe addirittura cospirato per far chiudere il presidio giudiziario, consumando così una vendetta politica sulla pelle delle comunità del territorio.
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