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Lentini | Il territorio si mobilita contro la discarica a Scalpello, domani assemblea pubblica

19 Maggio 2022 | by Silvio Breci
Lentini | Il territorio si mobilita contro la discarica a Scalpello, domani assemblea pubblica
Attualità
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Coro di no contro l’ennesimo impianto per lo smaltimento di rifiuti. Il progetto della Gesac non piace a Pd, Comunisti-Sinistra per Lentini ed Europa Verde. Comitato Antudo: «Incomprensibile la politica del governo regionale». Ferreo legame tra partiti, burocrazia e affaristi.

L’assemblea. Tutto pronto per l’assemblea pubblica promossa dall’amministrazione comunale lentinese per ribadire ancora una volta il no di un intero territorio alla realizzazione dell’ennesimo impianto per lo smaltimento di rifiuti. L’appuntamento è per domani sera, a partire dalle 18.30, nell’aula consiliare di via Galliano. Invitati cittadini, associazioni, sindacati, forze politiche e comitati civici.

Il progetto. Presentato dalla Gesac, società della famiglia Leonardi finita nei mesi scorsi sotto i riflettori della magistratura nell’ambito dell’inchiesta “Mazzetta Sicula”, il progetto prevede la realizzazione, all’interno di due vecchie cave di tufo abbandonate di contrada Scalpello, di due bacini di abbancamento con una capienza complessiva di 2.752.538 metri cubi di rifiuti. Nei giorni scorsi, com’è noto, il Comune è stato invitato a partecipare a una conferenza dei servizi on-line, indetta dall’assessorato regionale territorio e ambiente per il 24 maggio, per decidere sulla costruzione della discarica.

Giuseppe Stefio. Per il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio «si tratta dell’ennesimo affronto al nostro territorio che denota la totale sordità del governo regionale verso un’ampia comunità che da decenni paga un prezzo salatissimo quanto insostenibile in termini ambientali». «A Palermo – afferma Stefio – qualcuno è veramente convinto che il nostro territorio sia una discarica. Ed è a questa convinzione che abbiamo il dovere di opporci con ogni strumento e determinazione».

Il Partito democratico. Il segretario del Pd di Lentini, Italo Giordano, che conferma il pieno sostegno all’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale, parla di «arroganza e disprezzo nei confronti di un territorio che ha pagato un prezzo altissimo in questi anni in termini di salubrità ambientale, costretto a ospitare discariche gigantesche che oltretutto hanno svelato deprecabili intrecci corruttivi». «La mancata attuazione di un piano rifiuti sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale – ricorda Giordano – è solo un atto di killeraggio e di umiliazione delle potenzialità del nostro territorio».

Comunisti – Sinistra per Lentini. Di «nuovo scempio nei confronti del territorio» parla Ivan Strano di Comunisti – Sinistra per Lentini, che auspica una mobilitazione generale contro quella che è ritenuta una «ulteriore mortificazione». «È giunto il momento – scrive – che i cittadini facciamo sentire la propria voce di dissenso». Sulla paventata realizzazione di una nuova discarica per rifiuti non pericolosi in contrada Scalpello già due anni fa istituzioni locali e società civile manifestarono la loro ferma contrarietà.

Europa Verde. Anche il circolo Europa Verde di Lentini e Carlentini dice no «all’ennesimo tentativo di sfruttamento del territorio per fini incompatibili con la sua vocazione». «È assurda e inaccettabile – si legge in una nota a firma di Marco Bongiovanni e Giancarlo Manoli – l’ipotesi che l’ennesimo progetto di realizzazione di un’altra discarica sul territorio di Lentini possa essere autorizzato. Nonostante negli anni passati l’intera comunità si sia opposta in maniera netta alla realizzazione della discarica di Armicci e all’ampliamento della discarica di Grotte San Giorgio, siamo costretti ad assistere nuovamente come in un déjà-vu a un film già visto. L’imprenditore di turno propone un progetto per la realizzazione di una discarica in un territorio già saturo di rifiuti. Purtroppo si tratta di una imprenditoria sorda alle esigenze dei cittadini che con la realizzazione di una nuova discarica traguarda solo ed esclusivamente un modello economico i cui enormi profitti sono contrapposti all’impoverimento del territorio. La Regione dal canto suo è altrettanto sorda, incapace di proporre una progettualità e un modello virtuoso della gestione rifiuti. Resta invece in una perpetua condizione di emergenza e verosimilmente, proprio in virtù di questa emergenza, darà seguito all’iter autorizzativo. Europa Verde lotterà con ogni mezzo lecito affinché anche questo tentativo non vada a buon fine, nella speranza che in futuro il dibattito sui rifiuti non sia focalizzato sulla realizzazione di una nuova discarica ma su come implementare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti, che ci auguriamo la Regione Sicilia avvii quanto prima».

Antudo: «Ferreo legame tra partiti, burocrazia e affaristi». Durissima la presa di posizione del Comitato Antudo. «Se risulta comprensibile l’accanimento degli affaristi dei rifiuti (per loro si tratta infatti di soldi, mentre per noi di inquinamento e danni alla salute), ciò che nell’ottica dell’interesse comune risulta oltremodo incomprensibile – scrive Antudo – è la politica del governo regionale e del dipartimento acque e rifiuti, oltre all’operato di ispettori e magistrati. Come sia possibile che il Dipartimento regionale continui a portare avanti procedimenti amministrativi relativi a imprese coinvolte in processi per disastro ambientale? Come mai le indagini sul caso Leonardi – nonostante le eloquenti intercettazioni – non hanno toccato il Dipartimento regionale e il rispettivo assessorato ossia gli organi che approvavano gli scempi che siamo costretti a vivere? Come mai proseguono le procedure di approvazione di vecchi progetti che non corrispondono più alle indicazioni del nuovo (e certo discutibilissimo) piano dei rifiuti regionale, come ad esempio sottolineato nel parere negativo al progetto della discarica in contrada Scalpello rilasciato dal Libero Consorzio Di Siracusa? Com’è possibile tra l’altro approvare un impianto per il “trattamento di terreni contaminati” (Eta OWAC di Rocco Martello) in contrada Grotte S. Giorgio, ovvero in un sito su cui si sta (teoricamente) ancora accertando l’entità del danno arrecato dallo stesso cartello di imprenditori che opera nel settore da decenni? La risposta a queste domande – afferma Antudo – sta nel ferreo legame tra partiti, burocrazia e affaristi».

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