Utilizzare la matematica come strumento di prevenzione contro il gioco d’azzardo. È così che nasce il progetto “Fate il nostro gioco”. L’idea è di due professori torinesi, Paolo Canova e Diego Rizzuto, matematico il primo, fisico il secondo, che nel 2012, insieme a Sara Zaccone, fondano Taxi 1729, una società di informazione e comunicazione scientifica con un unico scopo: raccontare la scienza in maniera approfondita, ma anche divertente ed eticamente responsabile. Di gioco d’azzardo patologico e delle sue implicazioni sociali, i professori Canova e Rizzuto hanno parlato agli alunni di quinto anno degli istituti superiori in una conferenza svoltasi nell’auditorium del Polivalente scolastico di via Riccardo da Lentini. Promossa nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani, portata avanti dall’Asp e dall’Ufficio scolastico territoriale di Siracusa sul tema “I rischi e i tranelli del gioco d’azzardo”, la conferenza ha registrato la partecipazione di numerosi docenti e dirigenti scolastici. Taxi 1729, hanno innanzitutto raccontato i loro fondatori, nasce con l’obiettivo di esplorare le leggi matematiche che stanno dietro il caso e le scommesse. Canova e Rizzuto creano così un laboratorio dove simulare la roulette francese, con un tavolo, migliaia di gettoni colorati e una lavagna interattiva mobile attaccata a un computer per raccogliere dati sul comportamento dei giocatori. Prima di illustrare i meccanismi del gioco d’azzardo, i due professori hanno spiegato, con la loro straordinaria capacità oratoria, che cos’è il piacere. Nel gioco d’azzardo il piacere è ciò che si prova nel momento in cui si vince o quando si è vicini alla vittoria. Ed è proprio questo che spinge a rigiocare. «Il piacere che proviamo in quel momento – hanno spiegato i due relatori distribuendo a tutti i presenti una schedina del Win for life per simulare una estrazione – viene usato contro di noi per controllarci. I meccanismi mentali che si attivano ci portano a credere che, anche quando perdiamo, ci siamo avvicinati alla vincita e quindi, anche se abbiamo perso i nostri soldi, rigiochiamo. Quando vinciamo, invece, abbiamo solo recuperato la giocata, ma non ci basta e quindi rigiochiamo la somma vinta». Entusiasti gli studenti. «Il messaggio lanciato da Diego e Paolo – afferma Giorgia Centamore, studentessa del liceo scientifico “Elio Vittorini” – è arrivato a tutti noi in modo chiaro e diretto: sono riusciti a tenere sempre alta l’attenzione. Ritengo che questo incontro sia stato molto utile perché non si sono limitati a mostrarci grafici o semplicemente spiegare, ma ci hanno portato a confrontarci concretamente con ciò che accade quando giochiamo e a scoprire le modalità con cui veniamo incastrati mentalmente in questi meccanismi». «L’incontro – spiega Anna Daniele, docente di Matematica e Fisica – ha permesso agli studenti di contestualizzare nella realtà quotidiana argomenti di matematica studiati in classe. Ma ha rappresentato anche un monito per non addentrarsi in un circolo vizioso in cui la facile vincita è davvero altamente improbabile».
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