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Lentini | L’area archeologica del Castellaccio sarà visitabile anche di sera

10 Aprile 2018 | by Silvio Breci
Lentini | L’area archeologica del Castellaccio sarà visitabile anche di sera
Attualità
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L’amministrazione comunale ha affidato a una impresa del Modicano la fornitura di un servizio di illuminazione temporanea. Sarà possibile percorrere in sicurezza il sentiero che conduce alla sala ipogea.

Luce sul Castellaccio. L’area archeologica del Castellaccio, una delle tante preziose “risorse” del ricco patrimonio culturale della città, sarà fornita di un servizio di illuminazione temporanea che ne consentirà la visita anche nelle ore serali. Lo ha deciso l’amministrazione comunale che ha affidato la fornitura del servizio, dopo una informale indagine esplorativa di mercato, a una impresa specializzata di Modica, la Sc Service.

Visite serali in sicurezza. L’illuminazione permetterà di visitare l’area archeologica anche nelle ore serali, percorrendo in tutta sicurezza il lungo sentiero che dall’ingresso conduce alla sala ipogea, una delle evidenze archeologiche più interessanti dei ruderi del castello medievale. All’opzione di un servizio sperimentale di illuminazione temporanea dell’area archeologica, l’amministrazione è giunta dopo aver fatto redigere all’ufficio tecnico una stima dei costi per la realizzazione di un impianto permanente. Investimento in questo momento inconciliabile con le esigue risorse del bilancio comunale.

Il “castrum vetus” federiciano. Il “castrum vetus” voluto da Federico II e frutto dell’ingegno di Riccardo da Lentini, l’architetto della corte sveva, è conosciuto con il nome di Castellaccio. Costruito sul pianoro del colle Lastrichello-Tirone, il fortilizio protegge da sud l’odierno abitato e guarda dall’alto la piana di Catania, la «terra arabile» dei campi Leontini di cui parla Polibio. Fu realizzato sulle antiche fortificazioni greche, dove Riccardo impiantò tre nuove torri e rinforzò quella esistente. Le prime tracce documentali del castello risalgono al 1239. Distrutto dai terremoti del 1542 e 1693, conserva ancora oggi la “arx triquetra”, la torre triangolare, e una sala ipogea dalla funzione ancora sconosciuta.

© Riproduzione riservata

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