Una scoperta dopo l’altra di maestosità e bellezza. A partire dall’esplorazione del costone roccioso che sovrasta la Cava Pirrera: un punto privilegiato da cui ammirare il paesaggio con la vallata della Cava Mulini fino a perdersi nel porto d’Augusta. Poi la visita alla Cava Pirrera, che utilizzata già dal 1400 per l’estrazione della pietra bianca , dopo il terremoto del 1693 vide il suo maggior sfruttamento, per consentire la ricostruzione di Catania, dei Comuni della Val di Noto, Messina e oltre lo Stretto, rimanendo in funzione fino agli inizi degli anni ‘60.
A seguire la Grotta di Mastro Pietro, parte di una balza rocciosa risalente al Quaternario e ricca di stalattiti, stalagmiti e concrezioni che danno vita ad uno spettacolo di grande suggestione. Infine centro Storico di Melilli e le sue chiese: la Basilica di San Sebastiano, con lo splendido soffitto di Olivio Sozzi e le pale d’altare dei maggiori pittori
del ‘700 siciliano, e la Chiesa Madre con l’altare del Santissimo Sacramento unico nel suo genere e l’opera straordinaria del Sozzi nel soffitto ligneo. «Perché, nel sentire comune, Melilli viene identificato come territorio inquinato e privo di bellezze naturali?» ci chiedono gli amici del Cai di Ragusa.
“Ce lo domandiamo anche noi. – dicono Tony Fazio, tesoriere IN Melilli, e Giuseppe Immè, vice presidente IN Melilli, che hanno battuto nei giorni precedenti per rendere agevoli i sentieri – Persi tra le pitture e le architetture dell’intramontabile barocco siciliano”. E mentre Giuseppe Immè, appassionato studioso e ricercatore universitario, fa da guida esperta, esauriente e avvincente, il direttivo rinnova il patto su cui si fonda questa sezione: “continueremo a fare visitare questi luoghi che hanno ancora tanto da dire a queste e alle generazioni future”.