Il decreto di Lomanto. La basilica di San Sebastiano è anche santuario diocesano. Lo “conferma” un decreto del 12 marzo scorso a firma dell’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto, di cui è stata data lettura nel corso della celebrazione che ha dato il via alla novena che precede i festeggiamenti patronali in programma dal 4 all’11 maggio. Festeggiamenti che per il secondo anno consecutivo l’emergenza sanitaria tra le più gravi della storia dell’umanità ha obbligato ancora una volta a rimodulare nel rispetto delle misure di sicurezza e di prevenzione del contagio. Il decreto dell’arcivescovo di Siracusa conferma che «la basilica dedicata a San Sebastiano martire in Melilli sia da considerarsi Santuario diocesano così come già “eletta e confermata” dai pontefici e dai fedeli battezzati».
La basilica. L’edificio distrutto dal terremoto del 1693, in luogo del quale fu poi costruita l’odierna basilica, era già stato annoverato da papa Sisto V con bolla del 6 agosto 1586 con il titolo di santuario. Il canone 1230 dell’attuale Codice di diritto canonico propone per i santuari questa definizione: «Con il nome di santuario si intendono la chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli, per un peculiare motivo di pietà, si recano numerosi in pellegrinaggio, con l’approvazione dell’Ordinario del luogo». Possono essere diocesani, nazionali, internazionali, a seconda che l’approvazione sia concessa dall’ordinario diocesano, dalla conferenza dei vescovi per quelli nazionali o dalla Santa Sede, tramite la competenza della Congregazione per il clero, per i santuari internazionali. Innalzata il 30 giugno 1839 al grado di basilica e aggregata a quella di San Giovanni in Laterano a Roma con i conseguenti privilegi spirituali, la basilica di San Sebastiano – recita il decreto – «nella pietà popolare dei fedeli di questa arcidiocesi e dei fedeli di altre diocesi, è stata e continua a essere meta di pellegrinaggi, soprattutto nei mesi di gennaio, in occasione della festa liturgica, e di maggio in occasione della memoria storica del ritrovamento del simulacro».
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