Infrastrutture, sicurezza dei territori, grandi opere, devastazione ambientale. Sono stati questi i temi al centro di un incontro-dibattito promosso dal comitato territoriale Antudo di Lentini, che si è svolto domenica nella sede di via dei Vespri. All’iniziativa è intervenuto l’ex consigliere comunale di Messina, Gino Sturniolo, attivista della Rete No Ponte. Sturniolo è autore, con un’altra ex consigliera comunale di “Cambiamo Messina dal basso”, Nina Lo Presti, del libro «Assolto per non aver compreso il fatto. Accorinti e la stagione dei sindaci icona», in cui si racconta la storia di un’amicizia finita in maniera amara, quella tra i due ex consiglieri e il sindaco che in campagna elettorale avevano sostenuto.
Corteo No Ponte il 26 luglio. Tra i presenti all’incontro anche il Comitato Stop Veleni di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa e il Coordinamento No discarica Armicci. L’iniziativa è stata organizzata in vista del Corteo No Ponte in programma il 26 luglio a Torre Faro Messina. Nell’incontro sono state affrontate e contestate le motivazioni del sì al ponte. La manifestazione del 26 luglio vuole dimostrare che esiste una popolazione contraria all’opera. Per la Rete No Ponte, inoltre, la battaglia non è contro il ponte ma per la realizzazione di infrastrutture di cui la Sicilia è carente.
Perché no. Secondo Antudo Lentini lo stretto di Messina è nuovamente a rischio: «Una classe politica incapace di soddisfare anche i più essenziali dei bisogni e fornire i servizi primari alla popolazione, sta provando a riavviare l’iter del ponte sullo stretto, opera per la quale sono già stati spesi centinaia di milioni di euro (312 quelli certificati nei bilanci della Società Stretto di Messina) senza che gli abitanti dei luoghi interessati dall’opera ne abbiano ricevuto alcun vantaggio. Noi pensiamo che un futuro possa ancora esserci e che la via d’uscita all’impoverimento cui siamo stati spinti non stia in infrastrutture che servono a scappare più velocemente possibile dalla nostra terra. Noi vogliamo infrastrutture per restare».
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