All’udienza di martedì scorso, di fronte al Dirigente generale del Dipartimento Ambiente Giuseppe Battaglia, hanno illustrato le ragioni della proposta Massimo Gimignano e Janne Fasano per l’associazione SCIAMI, e Paolo Tiralongo e Fabio Morreale per l’associazione NATURA SICULA.
La superficie che si vorrebbe includere nel perimetro della riserva – hanno spiegato gli ambientalisti – ha gli stessi elementi biotici e abiotici che si riscontrano a Vendicari e che nel lontano 1984 motivarono l’istituzione dell’area protetta: la stessa fauna, la stessa flora e vegetazione, gli stessi habitat. Un altro chilometro di costa che si aggiungerebbe agli otto già protetti, un altro tratto costiero ricco di dune, macchia mediterranea, sabbia, vegetazione alofila e psammofila, scogliere, fauna.
“Lasciare questo patrimonio naturale irriproducibile all’uso e all’abuso di chi non lo rispetta perché vuole solo trarne tornaconto personale, è da irresponsabili. L’area si trova a nord della riserva ed è già soggetta a tre vincoli: archeologico, forestale e paesaggistico. L’inclusione nella riserva sarebbe opportuno per evitare che i fuoristrada continuino a percorrere le dune per raggiungere comodamente la spiaggia, che gli incivili abbandonino rifiuti, che gli speculatori ci provino con progetti di villette, solarium, parcheggi e altro.
Con la riserva si risolverebbero questi problemi e si consentirebbe una più costante fruizione dell’antica città di Eloro, la subcolonia siracusana. I resti di Eloro, ricadenti nell’area da includere alla riserva, sono gestiti dal polo museale di Siracusa. Malgrado la loro importanza, spessissimo non sono visitabili per carenza di risorse umane ed economiche. Se diventassero parte della riserva, verrebbero frequentemente decespugliati dall’ente gestore (l’ex Azienda forestale) e garantita la fruizione, come già avviene per la Cittadella bizantina e l’impianto ellenistico di lavorazione del pesce.
L’udienza, proposta dal deputato regionale Stefano Zito, è un primo passo verso l’obiettivo. Cronologicamente dovranno seguire il parere del Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale, l’iscrizione al Piano regionale Parchi e Riserve, il parere della IV Commissione e la firma del decreto istitutivo. L’iter sembra lungo ma la proposta, essendo opportuna e vantaggiosa, non potrà fermarla nessuno. Parafrasando Giovanni Falcone, quando le idee sono giuste hanno sufficienti gambe per camminare da sole.