breaking news

Palermo | Il 70% del pesce venduto in Sicilia proviene dall’estero

17 Settembre 2023 | by Redazione Webmarte
Palermo | Il 70% del pesce venduto in Sicilia proviene dall’estero
Attualità
'
0

Il dato è emerso durante un convegno a Santa Flavia, nel palermitano, organizzato da Unicoop.

Oltre il 70 per cento del pesce venduto in Sicilia proviene da altre parti d’Italia e del mondo, nonostante la Sicilia sia la prima regione italiana per pescato, con quasi 33 mila tonnellate all’anno, quasi il 19 per cento del dato nazionale, con un giro d’affari di ben 221 milioni di euro, il 25 per cento del totale. Sono questi i dati presentati durante il convegno “Il futuro della pesca siciliana tra sostenibilità e blue economy”, organizzato da Unicoop Sicilia, nell’ambito del programma nazionale triennale della pesca e acquacoltura 2022/2024, svoltosi al “Domina Zagarella Sicily” di Santa Flavia, nel palermitano.

Il comparto ittico siciliano, che conta 80 mila operatori, vale oltre un miliardo di euro, ma la fetta maggiore è assorbita dalle imprese della trasformazione e della commercializzazione, che lavorano soprattutto il prodotto “estero”.

Il pesce locale arriva al massimo al 20/30 per cento, perché la domanda è di gran lunga superiore all’offerta.

“La Sicilia deve diventare capofila di un comparto che ambisce a coniugare sostenibilità ambientale del mare e blue economy. Questa innovazione non può, dunque, prescindere da due condizioni: valorizzazione dell’ambiente marino e introduzione di strumenti tecnologici che possano semplificare e aiutare il comparto della marineria, diffondendo buone pratiche comportamentali, nel rispetto dell’ecosistema del mare e dello sviluppo sostenibile”. 

I lavori sono stati moderati da Anna Maria Di Vanni (direttore regionale di Unicoop Sicilia). Presenti all’incontro diversi operatori del settore e i rappresentanti delle istituzioni locali. Le imprese siciliane della pesca sono circa 2.500, tra realtà individuali o a conduzione familiare, quelle della trasformazione poco più di 100. Per quanto riguarda il pescato, la fetta maggiore viene dal cosiddetto metodo dello “strascico”, con 15 mila tonnellate di resa e ricavi per 134 milioni di euro. Seguono la piccola pesca (cinquemila tonnellate, 37 milioni di euro), le reti di circuizione (seimila tonnellate, 22 milioni) i palangari (3.400 tonnellate, 19 milioni) e altri sistemi (tremila tonnellate, 9 milioni).

In termini di fatturato, tuttavia, è la provincia di Palermo a fare la parte del leone, con quasi il 50 per cento dell’intero settore siciliano. Un volano con enormi potenzialità di sviluppo economico e sociale del territorio.  La blue economy, in questo contesto, diventa la leva che punta sulla sostenibilità delle risorse marine, costiere e ittiche con un obiettivo: azzerare le emissioni dannose per il nostro pianeta impiegando materie già presenti nell’ambiente per ricavarne un guadagno sia in termini ambientali che economici.

Il presidente di Unicoop Sicilia, Felice Coppolino, nel suo intervento ha ribadito l’importanza della filiera ittica siciliana,che deve essere sostenuta attraverso interventi strutturali a tutela di un patrimonio non soltanto culturale, ma di sviluppo economico e dei tanti uomini di mare grazie ai quali il pesce arriva sulle nostre tavole. Noi dobbiamo difendere le prerogative della nostra marineria e ci impegniamo, sin da adesso, ad essere a fianco dei pescatori. Inoltre, metteremo in campo tutte le competenze necessarie per affrontare le sfide della blue economy, che rimane valore imprescindibile nell’equilibrio e nella conservazione della fauna marina, rispetto ai rischi legati dai cambiamenti climatici”.

Il direttore del Flag Golfo Termini Imerese, Giuseppe Sanfilippo ha invece illustrato il progetto del Galp (gruppi di sviluppo della fascia costiera) che coinvolge 11 comuni (Ustica, Bagheria, Santa Flavia, Casteldaccia, Altavilla Milicia, Trabia, Termini Imerese, Campofelice di Roccella, Lascari, Cefalù e Pollina). “Obiettivo di questo strumento, che prevede un sostegno finanziario fino a 3 milioni di euro, è la realizzazione di un centro servizi per la pesca, due living lab di cui, uno per lo sviluppo della gastronomia del mare e l’altro per la creazione dell’Stl (sistema turistico locale) ‘La Costa d’Oro’. Un’iniziativa che ha tra i punti cardine il rafforzamento della competitività e della redditività delle imprese di pesca”.

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20
Visualizzazioni: 643

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *