Il primo a firmare per il ricorso al Tar è stato Fabio Granata. Anzi, lui ha inrtimato al folto pubblico il divieto di non lasciare la sala se non si passava prima dal tavolo a lasciare la propria firma. Invece, il primo a cacciare fuori l'”obolo” è stato Corrado Giuliano per contribuire alle spese dell’iter burocratico che costerà non meno di mille euro.
Ieri sera a Palazzo Francicanava c’erano tutti gli ortigiani: i commercianti, il macellaio, il tabaccaio, gli abitanti dello scogli, i proprietari di seconde case e palazzi nel centro storico. Salvo Salerno e Roberto De Benedictis, infanticabili insieme a Carmine Corso, intenti a trascrivere ed annotare i nominativi di chi aderiva alla spicciolata. Tanti.
E’ la seconda assemblea indetta dal comitato Ortigia Sostenibile, ancor più partecipata ieri, col chiaro intento di porre in essere azioni a salvaguardia della spiaggetta di Cala Rossa, destinata a quanto pare ai privati di Calliope per la realizzazione di un solarium a pagamento. Fa da contraltare la ferrea posizione di una class action che dice NO allo stravolgimento della naturalità di quella cala, e del suo assetto paesaggistico. Il comitato Ortigia Sostenibile, forte del supporto di un cartello solido costituito da associazioni che hanno a cuore la difesa del territorio e della costa “libera”.
De Benedictis ha aperto i lavori con la disanima del caso Cala Rossa, contestualizzando la situazione legata ad altre questioni che rendono l’isola abbastanza invivibile: dalle emissioni sonore, il limite concesso dei decibel poco rispettato dai locali notturni, cosi come gli orari “abusati” ad oltranza per emettere musica. Non ultima, la sempeterna questione sul suolo pubblico “selvaggio”.
L’avvocato Giovanni Randazzo ha ripreso le fila di quello che sta diventando un vero e proprio iter giudiziario dinnanzi alla necessità sempre più stringente di andare avanti su questo livello facendo ricorso al Tar. Ma contro chi si dovrà intentare la causa? Il Comune, da parte sua, ha dichiarato di avere dei grossi problemi di carattere risarcitorio, cosi riferiva anche la lettera che il Comune invia in risposta alla rischiesta di revoca, chiesta dal comitato e dalle associazioni aderenti, della concessione alla società privata che dovrebbe realizzare il solarium.
Il Comune ha fatto anche sapere di aver avviato un procedimento che tuttavia prendeva in considerazione la richiesta avanzata dal comitato, cosi riferisce al folto auditorio l’avv. Randazzo (presenti anche Sos Siracusa, Legambiente e Italia Nostra), soltanto che i 20 giorni che si era dato il sindaco Garozzo, entro i quali avrebbe dovuto fornire una risposta, sono abbondantemente trascorsi. In effetti, da quel 24 gennaio ad oggi è passato quasi un mese ed, ad oggi, il Comune pare non abbia risposto oggettivamente esaustivamente. nemmeno ala richiesta della docunetazione dalla quale poter evicencere o procedere alla revoca di concessione alla società Calliope.
Tre giorni è fa è arrivata, invece, la risposta del Demanio (Regione) che riferirebbe di una concessione in realtà già rilascita nell’ottobre del 2017 e che non sarebbe altro che un ribadire dell’autorizzazione della concessione precedentemente rilasciata a Calliope a subentrare al Comune nella titolarità della concessione. Cioè: il Demanio successivamente si esprimerebbe a vantaggio della concessione, ovvero del trasferimento di questa concessione dal Comune ottenuta originariamente per gestire in qualità di “servizio pubblico” la spiaggia di Cala Muraglia Rossa, ma che nei fatti sarebbe stata concessa alla società Calliope.
Il punto è: il Comune può annullare tale procedimento? Oppure puo fare una revoca? Perchè la giustificazione starebbe nel fatto che, all’epoca in cui fu chiesta questa concessione, si parlava di solarium per la prima volta nella storia di Ortigia balneabile. Cioè non esisteva nemmeno l’idea di Forte Vigliena, come si sa, di proprietà del Comune. Quindi: se il Comune intervenisse adesso per una revoca della concessione (che avrebbe girato all’azienda Calliope) il cosiddetto “danno emergente” in assenza di realizzazione della piattaforma, in termini economici, sarebbe molto minore. Diciamo che il Comune sarebbe ancora in tempo per rimediare.
Inoltre, i tempi per il ricorso al Tar (quei famosi sessanta giorni a decorrere dal 10 gennaio) scadrebbero nel mese di marzo, tra poco, e quindi sarebbe ancora possibile impugnare quest’autorizzazione. Si parla sostanzialmente anche di uno esborso di danaro per realizzare questo ricorso: si tratterebbe di pagare i contrbuti unificati di 650 euro oltre le spese perchè il tutto si dovrebbe presentare al Tribunale di Catania.
A quanto pare, visto che il Comune, anche attraverso la persona del sindaco Garozzo, non avrebbe provveduto a dare la risposta attesa, cioè quella di non intraprendere l’attività promessa, si dovranno necessariamente assumere dei “mezzi negoziali” di natura giuridica. Insomma, la via giudiziaria va assolutamente intrapresa! Pertanto, è necessiario in questo momento, una cosiddetta “legittimazione attiva”. E Randazzo spiega a tal proposito: l’obiezione da parte della legge.
Ma qual è l’interesse giustificato ad intraprendere questo ricorso al Tar? La legittimazione, in questo caso, è gia contenuta nello statuto del comitato di Ortigia Sostenibile. Ma sarà necessiaria anche una sottoscrizione, decisione presa nel corso dell’assemblea e posta da Randazzo, a cui è seguito un dibattito per l’aprovazione della presentazione del ricorso al Tar.
A tal proposito, Salvo Salermo (Ortigia Sostenibile) è intervenuto ad ulteriore chiarimento del perchè si sia arrivati a questa determinazione: “In una dichiarazione rilasciata dal sindaco al Tg3 si faceva espresso riferimento al fatto che la questione fosse stata già bella e risolta, superata, sulla scorta della volontà popolare e della protesta cittadina messa in atto a Cala Rossa sotto la pioggia il 3 febbraio scorso.
Mentre Garozzo faceva questa dichiarazione a mezzo stampa (Tg 3), nel frattempo, maturava invece quella concessione da parte del Demanio marittimo, a cui faceva riferimenro Randazzo, sotto la definizione di “volturazione”: in sostanza, si tratta della concessione originariamente rilasciata al Comune di Siracusa come servirizo pubblico e gratuito, ed oggi “volturata” al privato per la realizzazione (dietro pagamento di un canone basso) di servizi, docce, pedana di collegamento di cento metri quadri e una piattaforma di 400 metri quadri, per un totale di 3500 euro per i primi tre anni della concessione.
Sostanzialmente l’ufficialità di questa “volturizzazione” sarebbe stata resa nota solo qualche giorno fa. Quindi il Demanio che concede al Comune, concede di volturare ulteriormente al privato, cosa che non si potrebbe fare perchè le linee di servizio privato non si potrebbero concedere, secondo il Consiglio di Stato.
La cittadinanza, a questo punto, dovrà andare avanti con una battaglia da ingaggiare, paradossalmente, contro l’amministrazione comunale che, invece, dovrebbe essere il primo difensore contro ogni tentativo del privato di appropriarsi della spiaggia a vantaggio di pochi e non di tutti. Se si vuol portare avanti questa battaglia civica – è stato più volte ribadito in adunanza – bisognerà condividere questo impegno anche econicamente, partecipando ai costi, anche se non si dovesse raggiungere la cifra necessaria. Ognuno potrà decidere di portare avanti la causa Cal Rossa versando anche un solo euro di contributo per sottoscrivere il proprio impegno.
Il vice sindaco Francesco Italia ha dichiarato la sua piena disponibilità a partecipare alla risoluzione del caso. Sono poi gli ultimi due interventi finali di Corrado Giuliano e Fabio Granata, ieri sera, a chiarire la necessità dell’impegno dei sosttoscrittori: accanto al nome anche la cifra simbolica a dimostrazione di questa straordinaria volontà popolare di non accettare nessun tipo di decisione calata dall’alto, nonostante la disponibilità del sindaco e del suo vice di rimediare al peggio.
Parola d’ordine, allora: “Non demordere, si va avanti”. Tutti i presenti a quel punto si sono catapultati, non hanno tentennato, verso il tavolo dei relatori: ognuno ha datto il proprio contributo e la propria firma in calce. Randazzo, con delega di tutto il consesso presente, porterà avanti la presentazione del ricorso al Tar per “Cala Rossa libera”. Cosi è stato deciso a furor di popolo. (ethel puzzo/rosa tomarchio)