A diciassette anni dalla tragica scomparsa di Emanuele Scieri, il parà trovato morto ai piedi della torre di asciugatura dei paracadute all’interno della caserma Gamerra di Pisa, la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del militare siracusano, presieduta dall’on. Sofia Amoddio del Partito democratico, compirà domani e sabato una missione all’interno della caserma teatro della tragedia per osservare i luoghi del doloroso episodio all’indomani delle dichiarazioni rese dai militari ascoltati dalla commissione sin dall’aprile 2016. Lo scopo della missione è quello di svolgere un sopralluogo nei posti interessati dalla tragedia, acquisendo utili informazioni relative all’evento, e commemorare la scomparsa di Emanuele. La delegazione della commissione, guidata dal presidente Sofia Amoddio, sarà formata dai deputati Fusilli, Zappulla, Palma e Baroni. «Dal mese di aprile 2016 – ricorda l’on. Amoddio – abbiamo incessantemente audito oltre 20 ex paracadutisti della Folgore, incontrando alcune resistenze ma venendo anche a conoscenza di molti elementi interessanti che vanno riscontrati con un sopralluogo. La missione coincide con l’anniversario della morte di Emanuele Scieri e per questo motivo abbiamo intenzione di deporre sui luoghi una corona di fiori per commemorarne la scomparsa».
La notte del 13 agosto di diciassette anni fa a Pisa un muro separava, e continua a farlo, il mondo militare da quello in abiti civili. Diciassette anni fa all’interno della caserma Gamerra di Pisa e a pochi metri da quel muro, ai piedi di una torretta, perse la vita in circostanze più che misteriose Emanuele Scieri giunto in quella caserma da poche ore. Rientrato dopo la libera uscita, Emanuele Scieri non risultò presente al contrappello sebbene fosse stato accertato il suo rientro in Caserma. Il suo corpo venne ritrovato dopo tre giorni, dopo tre lunghi e caldi giorni, proprio ai piedi di quella torretta in seguito a una presunta “accidentale” caduta risultata poi fatale da un’altezza di circa dieci metri. Emanuele, un ragazzo affidato a una caserma e da questa dimenticato per tre lunghi giorni. La morte di Emanuele Scieri è colma all’orlo di incongruenze, omissioni, bugie e abusi. La magistratura a oggi non è stata in grado di accertare alcuna responsabilità pur riconoscendo che dei presunti “ignoti” abbiamo cagionato la morte di Emanuele Scieri. Siamo certi che Emanuele Scieri, se soccorso in tempo, si sarebbe potuto salvare e con lui i suoi sogni. Emanuele era un giovane che amava la vita, portava con sé saldi principi e valori ed era desideroso di vivere a tutto tondo, aveva aspettative, obiettivi, sogni. La sua morte ha gettato la famiglia nell’oblio più cupo e devastato noi amici e tutti coloro i quali lo conoscevano e apprezzavano la sua gioia di vivere, il suo essere un giovane meravigliosamente vitale. Se dopo 17 anni siamo ancora qua a chiedere verità e giustizia è perché il senso di indignazione non ci ha abbandonato. Dopo 17 anni non ci arrendiamo, non ci fermiamo e mai lo faremo. Pretendiamo verità e giustizia per Emanuele Scieri. Grazie all’impegno profuso da parte di tanti amici abbiamo contribuito affinché venisse istituita una commissione parlamentare d’inchiesta. La commissione parlamentare è stata istituita il 4 novembre 2015 e dal giorno del suo insediamento lavora giornalmente per provare a ricostruire i fatti di quella notte del 13 agosto 1999 e ringraziamo per l’impegno e la dedizione prestata. Se lo Stato, a distanza di 17 anni, si ritrova a giudicare lo Stato, a giudicare se stesso vuol dire che non ci sbagliamo, che è chiaro che qualcosa non torna, che realmente la vicenda di Emanuele Scieri è ancora avvolta da un mistero che deve poter essere finalmente svelato e le cui responsabilità devono essere finalmente accertate. L’Associazione “Giustizia per Lele”, nata nel 1999 a pochi giorni dalla morte di Emanuele Scieri, continua a chiedere verità e giustizia, sollecitando e coinvolgendo l’opinione pubblica a non dimenticare la sua storia. Dopo diciassette anni siamo ancora qua con la stessa determinazione e la stessa rabbia, confidiamo sulla commissione parlamentare di inchiesta, fermamente convinti che questa rappresenti l’ultima strada possibile per conoscere la verità sui tragici fatti del 13 agosto 1999. Vorremmo davvero che quel muro di omertà, ancora oggi cosi solido, possa finalmente cadere giù, essere spazzato via e con esso tutte le omissioni e le menzogne. Pretendiamo verità e giustizia per Emanuele Scieri, per ridare dignità a un giovane ragazzo e alla sua famiglia, alla società tutta con la speranza che fatti come questo non si verifichino mai più all’interno di luoghi retti e vigilati dallo Stato. Lo Stato siamo noi o almeno vogliamo ancora credere che sia così.
Carlo Garozzo, Presidente dell’Associazione “Giustizia per Lele”