I punti essenziali delle critiche sollevate dalla Filcams sono quelle di un contratto capestro per l’anno 2018, che ha tutte le caratteristiche di un contratto sottocosto, che rischierebbe di portare Siracusa Risorse al dissesto e quindi alla conseguente chiusura secondo i termini di legge, che prevede che una società in house per mantenersi deve avere i bilanci in attivo.
I tre milioni previsti dal bilancio di previsione del Libero Consorzio, a stento riescono a coprire i costi del personale e le spese vive della società per il suo mantenimento; il calcolo del costo del lavoro è stato ampiamente sottodimensionato in tutti i settori dove è stato previsto il numero di lavoratori da occupare, ma di più, sono stati previsti oneri a carico della società in house, di fatto non quantificabili, e che possono essere invece pretesi dai dirigenti del libero consorzio.
Addirittura, nell’ambito del servizio di manutenzione stradale a fronte di un canone di circa € 120.000, è previsto (punto G del capitolato) in caso di incidente o altro entro due ore dalla chiamata (senza riconoscere alla società nessuna indennità di reperibilità e/o lavoro straordinario) la responsabilità civile per danni a cose di Siracusa Risorse anche in caso mancato tempestivo intervento.
Se è vero (com’è vero) che l’attuale media di produzione nel disserbo è di circa 40 km/mese, è palese, che se all’aumento della produttività di aggiunge una serie di lavori attualmente non previsti che determinano un ulteriore onere per la Società in House, solo uno stolto non può non capire che firmando il contratto a queste condizioni, si determinerebbero di fatto le condizioni per il default di Siracusa Risorse già per l’anno corrente.