E poi l’appello al pubblico di centrosinistra. “Dobbiamo trovare coraggio e centralità che avevamo ed ancora abbiamo contro chi dice che il PD è in declino e non si riprenderà piu dopo la “sberla” elettorale – esorta Teresa Piccione – Abbiamo il 18 per cento dopo i Cinquestelle, anche se i sondaggi pare premino la Lega, ma ricordiamo che in questo momento siamo una forza grande del paese ed i partiti da cui proveniamo erano ancora più piccoli di questa forza. Dobbiamo ritornare alle radici fondatrici del partito, quelli del socialismo, quelle democratiche e dell’ambientalismo, in questa provincia tema forte”.
“Se in questa regione c’è stato il bisogno di mettere su un piano dell’aria, di tutelare cittadini e lavoratori, spetta un compito che il PD deve assumere in prima persona, chiaro e propositivo – aggiunge Piccione – Non dobbiamo rincorrere gli altri sull’elenco delle proposte, dobbiamo avere una visione precisa di questa terra, prendere di petto il tema centrale, ovvero la mancanza di lavoro. Dobbiamo dunque articolare la nostra proposta perchè costruisca percorsi utili, ingaggiare una forte battaglia per l’infrastrutturazione viaria, telematica, della banda larga, vero humus per il rilancio del commercio ed il turismo”.
Piccione elenca le varie virtù di Siracusa. “Voi siete una grande testimonianza della Sicilia per la tradizione dei beni culturali e per il teatro che fa da perno a tutta la cultura greca in Europa. Il prestigio dell‘Inda e del teatro greco di Siracusa sono un vero patrimonio da sviluppare ancora di più. Persino l’apertura del teatro comunale può contribuire allo sviluppo di un polo d’eccellenza culturle. Insomma, dobbiamo mettere a reddito le nostre risorse culturali”
Piccione poi prende le distanze dai competitors all’interno dello stesso partito. “Sono contro il modello di contenitore alternativo che aggreghi tutte quelle forze che pensano che i Cinquestelle siano un partito pericoloso – esclama la candidata della segreteria regionale PD – Il partito, per me, è una comunità, un luogo dove si decidono insieme obiettivi e strategie. Il segretario può essere promotore ed anche interprete, ma non siamo un partito che dà un mandato di carta bianca al suo leader che fedelisticamente seguiamo. Non è questo il nostro modello. Piuttosto eleggere demcraticamente organismi interni contro ogni idea illusoria che dove c’è un leader, c’è il popolo. In realtà, c’è un mondo tra noi ed il popolo, difatti, in quel modello illusorio c’è la mancnaza di democrazia. Se il popolo non ha nessunn corpo intermedio che lo rappresenta, resta solo il capo ed una platea che lo obbedisce quando, invece, ci sono i sindacati, le associazioni e le categorie che animano l’economia”. (r.t.)