<<La fase precongressuale – ha dichiarato Nardi – è stato un intenso percorso di confronto con le lavoratrici e i lavoratori del mondo che rappresentiamo e cioè chi è impiegato negli uffici di ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, nelle amministrazioni locali e nelle aziende sanitarie locali e ospedaliere, nelle case di riposo, quelle pubbliche e private e dal privato sociale, nelle aziende di igiene ambientale e nei corpi di polizia penitenziaria e forestale, i vigili del fuoco>>.
Nardi, convinto che <<la ragione d’essere fondamentale di un sindacato confederale è la contrattazione, strumento principe per cambiare la condizione materiale delle persone, per acquisire maggiori libertà e diritti di cittadinanza per coloro che rappresentiamo>>, ritiene che <<per la Cgil il lavoro è il presupposto per affermare la dignità e la libertà delle persone e quindi la loro uguaglianza e parità sociale. Per garantire questo valore occorre orientare le scelte politiche verso la piena e buona occupazione superando gli squilibri principali a partire dai divari territoriali in particolare tra il Nord e il Mezzogiorno del Paese. Servono inoltre politiche dedicate verso giovani e donne, finalizzate alla creazione di lavoro>>.
Il segretario generale della Fp Cgil ha poi aperto una parentesi sulla drammaticità della situazione economica e sociale in provincia di Siracusa:la percentuale di giovani senza lavoro è salita, nell’ultimo anno, al 58%, mentre il tasso di disoccupazione generale dell’intera provincia, secondo le rilevazioni Istat, è passato dall’11,5% del 2008 al 24%del 2017.
<<A fronte di questi dati già imbarazzanti, se ne aggiunge un altro alquanto sconfortante e cioè il tasso di inattività. A Siracusa oltre il 44% della popolazione è inattivo, cioè non ha un lavoro e non lo sta cercando. I neet giovani, 15-29enni, che non lavorano, non studiano e non frequentano corsi di formazione sono in continuo aumento. Siracusa in tal senso si pone al 18° posto con una percentuale sopra il 33%.
Una chiarissima fotografia di una città in grave e serie difficoltà economiche. In questo quadro di accentuata disuguaglianza e di impoverimento economico e sociale è necessario agire affinché le solitudini dei tanti cittadini, lavoratori e pensionati trovino ascolto ma soprattutto possano esercitare, in un’azione collettiva e di tutela individuale, i propri diritti. Per ribaltare questa situazione occorrono politiche economiche e sociali radicalmente alternative alle attuali e un rinnovamento dello stesso agire del sindacato confederale, costruendo e riconquistando spazi di solidarietà, partecipazione e rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici.
Una nuova confederalità capace di un progetto generale di trasformazione della società per restituire dignità e libertà al lavoro. Bisogna che la contrattazione collettiva e inclusiva diventi lo strumento per qualificare e migliorare condizioni di vita e di lavoro della gente che rappresentiamo>>.