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Il silenzio impera nella sala Archimede, il tema è scottante: Open Land. E non solo. E un parallelismo inquietante: il Sistema Siracusa ha un suo gemello, precedente, Augusta. “Sono stato vittima di un complotto da parte di una precisa lobby proprio come l’ex sindaco galantuomo Massimo Carrubba”. Ma Giancarlo Garozzo prima di sparare a zero vuole fare alcune premesse: “Non ho mai attaccato le istituzioni e la magistratura, ma solo chi strumentalizzava per un proprio tornaconto le istituzioni. E’ vero, ho criticato i PM Longo e Di Mauro, sapevo che la città stava subendo e che, prima o poi, giustizia sarebbe stata fatta. Mi sono rivolto ad altri magistrati per la revoca ingiusta del Cga nell’”affair Open Land”. Otto Pm hanno fatto il loro dovere ma non era per nulla scontato. In questo frangente la politica è stata totalmente assente, per fortuna, la Procura no. L’avvocatura di Siracusa ha mostrato di non aver paura di esporsi. E con lo stesso coraggio, io, da consigliere comunale e capogruppo del PD, nel 2011 proprio sulla questione Open Land firmai un manifesto insieme a tutta l’opposizione di quel tempo. Fui dunque subito uno dei principali nemici di questi personaggi, e sino ad oggi, preso di mira da un gruppo di potere che voleva ribaltare la mia amministrazione comunale”.
Da lì uno sciorinarsi di conferenze stampa del sindaco Garozzo e dei suoi avversari, tra tutti la consigliera comunale del Pd Simona Princiotta e del deputato nazionale Pippo Zappulla, e varie coincidenze con esse di avvio e conclusioni di indagini a carico del sindaco Garozzo “per simulazione di reato”. Non solo, una valanga di articoli da parte di alcune testate giornalistiche “scandalistiche” – cosi diceva Garozzo anche nel 2017 – a supporto di un preciso disegno criminoso”.
Cui prodest? “Mi hanno detto che me l’avrebbero fatta pagare – esclama il sindaco facendo leva sulle intercettazioni telefoniche tra il Pm Longo e l’avvocato Giuseppe Calafiore, entrambi raggiunti da misura cautelare –. “Ora gli mandiamo l’avviso di garanzia”, si dicevano, questo perché ero diventato il loro bersaglio principale. Non conosco i soggetti e nemmeno le ragioni di questo loro accanimento se non quelle di screditare il mio operato e distruggere quest’amministrazione”
Era il 2013 quando Garozzo, appena eletto sindaco di Siracusa, viene investito da una incombenza al di sopra di ogni aspettativa: la richiesta di risarcimento danni da parte del Comune al privato “Open Land”. Il Comune, a quel punto, decide di insediare un’apposita commissione per verificare la cifra di questi eventuali danni che in seguito verranno negati dalla commissione stessa. Scattano cosi le prime indagini, ma sull’operato dei dirigenti del Comune proprio su input dei Pm Longo e Di Mauro.
Il dirigente comunale Fortunato e il consulente a guida della commissione D’Alessandro verranno assolti ma a beneficio Open Land verranno sottratti dalle casse comunali 2 milioni e 800 mila euro. Frattanto agli uffici del Vermexio viene comunque dato mandato di azionare tutti quei meccanismi atti al recupero di questo esborso pubblico. Il lavoro continua ancora oggi. “Gli artefici di questo danno immenso alla città? Guarda caso, i Pm Di Mauro oggi indagato, il Pm Longo e l’avvocato di parte Calafiore, quest’ultimi arrestati! – esclama il sindaco battendo i pugni sul tavolo. Sarà poi il perito del Cga Salvatore Pace a quantificare i danni patiti da Open Land, oltre 20 milioni di euro.
Capitolo a parte merita Simona Princiotta. La consigliera comunale “pasionaria” eletta nel PD parlò anche lei nelle innumerevoli conferenze stampa, negli ultimi due anni, di “Sistema Siracusa” sfoggiando nel contempo la sua candidatura a sindaco di Siracusa. Il 10 maggio 2017 dichiarava: “Lo spaccato del quadro reale siracusano rivela una situazione drammatica, piena di intrecci con soggetti che da dieci anni intrattengono rapporti consolidati col sindaco Garozzo – legge testualmente quest’ultimo davanti alla stampa -. Cosi come il parlamentare Zappulla ebbe a dire: “Con l’avvocato Calafiore (difensore, tra l’altro della Princiotta) ed il Pm Longo stiamo predisponendo un’ interrogazione parlamentare….”. Zappulla presenterà tale interpellanza: “….una consigliere comunale del MDP (Simona Princiotta) ha denunciato pressioni, intimidazioni nei suoi confronti col chiaro scopo di deligittimarla sul piano politico oltre che personale…..”.
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“Ecco, basta leggere solo questo passaggio per evincere come vi fossero stati rapporti delicati tra avvocati, giudici e lobbies di interessi, col sostegno mediatico di alcuni operatori dell’informazione (nell’elenco degli indagati compare quello di Pino Guastella), tali da mettere in discussione i principi e valori della giustizia” – esclama Garozzo – Ma a discapito di Zappulla e della sua sodale Princiotta, purtroppo, le Procure proveranno che i complottisti sarebbero stati ben altri: intanto il loro stesso avvocato, il socio Amara di Augusta, Pace e Longo. Un vero peccato che le persone difese da lei siano oggi tutti arrestati ed indagati!”.
Nel calderone il sindaco mette pure il “virulento massacro mediatico” ai danni della Città e della sua amministrazione, del Consiglio Comunale, dei dirigenti e funzionari ad opera del giornalista Dino Giarrusso (di Roma ma originario di Catania), inviato delle Iene, oggi candidato coi Cinqestelle alle Politiche di marzo. “Giarrusso si sarebbe occupato del “Sistema Siracusa”, quello falso, mortificando la città e dileggiando il nostro operato. Il Comune sta pagando decine di migliaia di euro per difendere chi è stato accusato ingiustamente da questi signori, paladini della giustizia!”. Garozzo, “quel coniglio”, lasciato solo! “Il mio silenzio, il mio mantenere volutamente profilo basso (era in corso una indagine delicatissima, non potevo parlare) sono stati scambiati per codardia – afferma Garozzo – Ammetto che i poteri forti c’erano e con quest’amministrazione li abbiamo lottati, spesso in solitudine, anche lontani dal mio stesso partito”.
Il pentastellato Stefano Zito dice che Garozzo sia stato “vago” in audizione a Palermo e Roma. “In commissione Antimafia, regionale e nazionale, ho dichiarato che la sentenza del Cga non era accettabile ed evitato il dissesto per il Comune. – riferisce Garozzo in replica al deputato cinquestelle – Io ho difeso la città. Ma gli altri? Per Open Land Zappulla consigliava al Comune di sedersi con i privati e raggiungere un accordo economico. Mi poteva suggerire di ingaggiare un avvocato per difendermi, che ne so, per esempio Calafiore!!”.
Il sindaco riserva spazio anche al Centrodestra e fa un nome su tutti: Stefania Prestigiacomo, ancora oggi candidata al Parlamento con Forza Italia: “Anche lei era in commissione Antimafia – sbotta il sindaco renziano – ed ebbe a dire solo: “…questo furore della Princiotta è al di fuori della mia cultura!”. Nei fatti, non ha mai prodotto nessun atto per evitare il peggio per la città di Siracusa”.
Zito, in una delle sue numerose bordate al Vermexio, avrebbe riferito di alcune “mosse azzardate del Comune a discapito delle tasche dei siracusani, oltre ad azioni poco chiare dei dirigenti comunali”. Replica Garozzo: “Mi chiedo ancora oggi cosa abbia fatto concretamente Zito per difendere la città? Ha solo letto faziosamente le carte col solo scopo cinico di un proprio tornaconto elettorale e politico. Era presente in commissione Antimafia regionale dove ha detto che il sindaco avrebbe dovuto raccontare delle cimici trovate nella stanza del Pm Longo e dello scandalo Eni a Siracusa. Ma io che c’entravo? E in ogni caso non avrei potuto depistare il lavoro di un Pm serio”.
Dopo i “politici parlanti”, Garozzo non risparmia strali su un’altra categoria: i “politici silenti”. “Troppo lungo l’elenco – dice – da oggi a ogni loro sproloquio dirò: dove eri quando dovevi difendere la città dai delinquenti che frattanto facevano il sacco di Siracusa? Un solo nome merita di essere menzionato in tutta questa triste vicenda: Sofia Amoddio (anche lei candidata al Parlamento col PD tra qualche settimana): ha presentato tre interrogazioni parlamentari chiedendo l’intervento del ministero della Giustizia e della magistratura. Pochi amici fidati in questa battaglia, ringrazio gli assessori che sono rimasti al mio fianco sino a questo momento delicato per l’amministrazione. Gli altri li leggerò essere amici compiacenti dei prossimi indagati”.
Ed infine, il ricordo commosso di Ettore Di Giovanni: “Oggi sarebbe stato qui tra noi, al mio fianco” – esclama Garozzo che rincara subito sulla questione Open Land – “Abbiamo rischiato il disseto e pagato più di 2 milioni di euro che nemmeno dal Cga erano previsti. Siamo stati assediati per quasi tre anni. Non ci siamo rinchiusi, ma difesi e non arresi. Ci costituiremo parte civile per rifarci del danno economico e dell’immagine lesa della città. Mi è stato detto coniglio! (ride il sindaco). Ho rinunciato a presentarmi per il Parlamento (mi era stato proposto dal partito) ma ho preferito non lasciare in balìa la mia citta a questi personaggi”.
Il tenero pensiero per la figlia. “Ringrazio mia figlia di 22 mesi che mi ha dato un forte slancio in questa impresa, mi è bastata guardarla negli occhi. Ed i miei elettori che mi hanno fatto diventare sindaco a 37 anni con tutta l’energia sufficiente per lottare. Se potrebbe sembrare un calcolo elettoralistico? No, solo coincidenza. Abbiamo dovuto aspettare i tempi della giustizia, tutto qui”.
Applausi finali in sala e pacche sulle spalle per il sindaco Garozzo. Ma siamo solo al primo round. E la confusione tra la gente regna sovrana, alla vigilia del voto del 4 marzo. Inevitabile la reazione: l’astensionismo. (rosa tomarchio)