Reazioni a catena degli ambientalisti dopo il provvedimento di sequestro preventivo della centrale di sollevamento liquami in contrada “Fusco”, (di proprietà del Comune di Siracusa e gestita dalla società Siam Spa). Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Siracusa, sulla base di indagini di Polizia Giudiziaria avviate nell’estate 2016 secondo le quali, in più circostanze, da una condotta della centrale di sollevamento in contrada “Fusco”, sarebbero stati sversati i reflui non depurati sull’adiacente canale “Grimaldi” per poi sfociare all’interno del Porto Grande di Siracusa.
In quell’occasione siamo poi tornati a chiedere che fosse finalmente posto fine allo scarico all’interno del Porto Grande di Siracusa dei reflui – depurati o meno – provenienti dal depuratore cittadino. L’impatto ambientale di circa 10.000 metri cubi di acque reflue (lo ripetiamo, siano essi depurati o meno) su un ecosistema quasi chiuso come il porto è molto elevato: il notevole apporto di sostanze nutritive determina un processo di vera e propria eutrofizzazione, con la formazione di alghe e il deposito sul fondo di fanghi. Di questo passo, lo abbiamo denunciato, il porto muore.
“Vogliamo poi ricordare che nel marzo 2012 l’impianto di depurazione cittadino fu sequestrato dalla magistratura a seguito di indagini che riguardavano la gestione dei fanghi prodotti dal ciclo di depurazione. – aggiunge Tuttoilmondo – Il procedimento penale che ne è seguito, a carico di di funzionari e dirigenti dell’allora ente gestore Sai 8, nel quale Legambiente si è costituita parte civile, a breve dovrebbe essere definito nella fase di primo grado. La tutela del Porto Grande di Siracusa, bene paesaggistico Patrimonio dell’Umanità e degli ecosistemi vicini, la riserva “Ciane – Saline” e l’Area Marina Protetta del Plemmirio, non è più rimandabile.
Né si può pensare che la sua salvaguardia possa essere sempre delegata all’intervento, certamente meritorio, della polizia giudiziaria e della magistratura, senza che gli organi preposti intervengano per migliorare l’efficienza dell’impianto di depurazione attraverso un adeguato programma di investimenti e per rafforzare il sistema di controlli sul suo funzionamento. A chi si candida per amministrare la città chiediamo che questo (al pari di tutte le altre questioni legate alla sostenibilità ambientale) diventi un tema centrale della campagna elettorale in corso, da affrontare con proposte concrete e non con generiche promesse”
Sull’inquinamento del porto grande interviene anche il candidato sindaco Giovanni Randazzo, assai vicino ai gruppi ambientalisti. “Ancora una volta l’impianto di depurazione della nostra città sotto inchiesta dalla Procura della Repubblica”. Così il candidato Sindaco Giovanni Randazzo. “Reflui non depurati sarebbero stati sversati da una condotta di emergenza della stazione di sollevamento di contrada Fusco nel torrente Grimaldi che convoglia i reflui depurati dall’impianto, nel Porto Grande di Siracusa”.
“L’impianto del Comune di Siracusa è stato pertanto posto sotto sequestro preventivo”. “L’episodio, ove lo sversamento risulti confermato, è di una gravità estrema se si considera altresì che in condizioni ordinarie il refluo depurato tramite il torrente Grimaldi, convogliato nel tratto di costa in prossimità della foce del fiume Anapo, contribuisce a peggiorare la qualità delle acque del porto”. Diventa assolutamente improcrastinabile – prosegue il candidato di Lealtà e Condivisione per Siracusa – l’eliminazione dello scarico del refluo depurato nel torrente Grimaldi che durante i trent’anni di esercizio dell’impianto di depurazione ha prodotto il degrado delle acque del porto grande”. “Ed è questo il primo intervento che la futura amministrazione della città deve compiere con urgenza”.