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Siracusa| Matteo Renzi, dallo show al question time

16 Novembre 2016 | by Rosa Tomarchio
Siracusa| Matteo Renzi, dallo show al question time
Politica
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Due ore di attesa ma ne è valsa la pena. Il Premier diverte e risponde al question time della platea. Lavoro, sanità, pensioni, strade. E le Province? ” Ne possiamo parlare”. Sul voto del 4 dicembre: “Il Si cambierà l’Italia”. Vasquez pieno ma fuori poca gente. Gruppo sbrindellato di contestatori dietro le transenne grida le ragioni del NO: “A rischio la democrazia”. In contemporanea l’affondo della Princiotta contro il “Sistema Siracusa” in tv da Le Iene.

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renzi-bisC’erano più forze dell’ordine che pubblico fuori il teatro.  Non poteva essere diversamente per un Premier che arriva in città superscortato. Niente paura, alla fine niente da temere per Renzi. Nessun fuori programma. Tutto è andato liscio. Solo qualche fischio da lontano elevatosi da un gruppetto sbrindellato del fronte del NO. A ricevere il Presidente il segretario provinciale del PD Alessio Lo Giudice, quello regionale Fausto Raciti, il sindaco Giancarlo Garozzo, le autorità militari ed i vertici Asp. Non sono mancati i curiosi, tra questi anche quelli del NO, e qualche volto noto dell’ex politica siracusana. Snervante l’attesa, peggio di Crocetta, di circa due ore per assistere alla fine a un divertente “one man show”. Renzi in splendida forma nonostante il “girone da presidente” in Sicilia. Appena salito sul palco e scusatosi per il ritardo (“arrivo da Ragusa, sapete come è quella strada”) Matteo ha iniziato a togliersi  prima la cravatta, poi la giacca, rimanendo in maniche di camicia e snocciolando ad uno ad uno tutti i quesiti (non referendari) ma di quel malessere generale che serpeggia nel Belpaese da un ventennio almeno. Lavoro, sanità, strade, il caso province, legge Fornero e conseguenze per i pensionati, jobcs act e cosi via con mille ed altri principi ispiratori di un dibattito del tipo uno “contro” tutti. Insomma, un’ora dopo ancora era alto il rischio che Renzi parlasse di tutto e di più tranne delle ragioni del SI che lo avevano portato nel profondo Sud. Dopo un capo di governo versione-apicella, un comico che tenta di fare il presidente, un “doppio slalomista della Padania, oggi tocca all’ex campione della Ruota della Fortuna cambiare il volto dell’Italia. E come, se non votando il 4 dicembre per riformare la Costituzione centenaria? Due ore di attesa fuori dal Vasquez blindato da uno spiegamento di forze dell’ordine degno di un Presidente del Governo non votato dal popolo, e dunque da tutelare a maggior ragione. Il sottofondo di un desolato e sbrindellato coro del fronte dei NO al di là della transenna mobilissima. Una trentina in tutto a inveire contro il Premier, una voce di donna-coraggio in particolare:  “A casa, buffone”, tutt’intorno silenzio. E’ andata bene. Si è temuto il peggio quando qualcuno ha fatto trapelare la notizia dell’arrivo del drappello arrabbiato dei dipendenti della ex Provincia e Siracusa Risorse o dei lavoratori della zona industriale “assediati” dalle forze dell’ordine nella vicina Cittadella dello Sport. Il momento più bello, sincero è stato il saluto al grande Enzo Maiorca nello stesso giorno dei suoi funerali. Tutti in piedi ad applaudire un mito che ci ha lasciati dopo che Renzi ha intonato la solita sviolinata sulle bellezze di Ortigia, il suo mare, la sua storia lunga 2749 anni. bloggif_lungobis“Questa terra è di una bellezza stupefacente ma non vi dirò mai che è più bella della mia Firenze” – butta giù la maschera del politico ruffiano il buon Matteo ma un secondo dopo la rimette per annunciare in pompa magna l’inaugurazione della nuova Salerno- Reggio Calabria il 22 dicembre. Ma come non si può augurare la stessa sorte alla comunicazione siciliana. “State tranquilli, Raciti (o Faraone?) mi ha fatto firmare l’accordo di programma per la Ragusa-Siracusa”. Renzi cerca di rientrare nell’alveo del tema della serata: “Amici miei questa è una riforma che si aspettava da venti anni….Se questa Italia deve crescere facciamo lo scatto”. Ma le sollecitazioni- che lui chiama question time- dal pubblico sono tante. Le Province?!! Urla una signora dalla platea. “Parliamone – tentenna il Premier – sono convinto che qualcosa di buono c’è nei tagli, non possiamo continuare ad avere i quartieri, e poi il Comune, e poi la Provincia, e poi la Regione e poi lo Stato e poi Bruxelles. Qualcosa deve andar via. Probabilmente il presidente ha voluto glissare sul vero problema: che fine faranno i dipendenti dell’ex province? Gioca a suo favore la voglia di sapere che ha fatto l’Italia contro la Germania. “Ditemi soltanto se stiamo sullo zero a zero, altro non voglio sapere”. E tutti giù a ridere. Lo show continua con un altro annuncio: “Guardate che abbiamo firmato i finanziamenti per il recupero delle periferie e tra queste c’è anche Siracusa”  – avvisa Renzi – annotate questi due appuntamenti importanti: il 25 marzo 2017 tutti insieme per l’anniversario del trattato (popolo del Si e del No, destra e sinistra, etc..) ed il 28 maggio 2017 il G7 a Taormina. Avevo scelto la mia Firenze ma poi non ho esitato a passare il testimonio alla Sicilia quando un autorevole politico di un partito autorevole ebbe a dire in una riunione internazionale che in qui c’è la mafia! Tripudio di consensi, manco a dirlo. “Domattina firmeremo a Caltanissetta l’accordo di programma quadro per il raddoppio delle autostrade. Ma non le infrastrutture non bastano. Faremo investimenti anche nella sanità (rif farmaco per epatite C) ben consapevole che in Sicilia non ci sono gli stessi tempi della Lombardia. La nostra battaglia in Sicilia proseguirà nell’agricoltura (rif ai 90 miliardi di prodotti venduti nel mondo col marchio Italia ma di questi un terzo sono veramente italiani) a cui va associato un marketing fatto per benino come sanno fare i francesi”. E poi si ritorna al tema centrale: “superamento del bicameralismo paritario, abolizione dello CNEL…”. “Dicono che quelli di Ezra Pound si preoccupino della deriva autoritaria! Proprio loro? E che Berlusconi abbia timore che governi un uomo da solo! Proprio lui? Sono un Premier non eletto dal popolo? Ma è la Costituzione che lo prevede!”. Altra sollecitazione dalla platea. “Lavoroooo!”. “E’ vero, al Mezzogiorno il meccanismo virtuoso non è ancora partito – ammette Renzi – dobbiamo fare in modo di attrarre investitori stranieri. Per buona pace di tutti il Ponte sullo Stretto si farà prima o poi, ma prima pensiamo all’edilizia scolastica e alle comunicazioni. Viva l’Italia. Viva Siracusa”. E se la bufala delle sette euro all’ingresso fosse stata vera? Ne valeva la pena. Lo spettacolo non è certamente mancato! In contemporanea andava in onda in tv da Le Iene l’affondo di Simona Princiotta contro il renziano Garozzo e il famigerato “sistema Siracusa”. (rosa tomarchio)

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