Collocata al 97° posto su 104 per performance ambientali, Siracusa rimane fanalino di coda fra le città capoluogo, paralizzata da anni dall’incapacità di tracciare una programmazione territoriale in grado di rilanciarne l’immagine, l’attrattività e la vocazione allo sviluppo.
Una posizione di stallo dalla quale occorre uscire con rapidità chiamando in causa tutti gli attori di un sistema che mortifica il tessuto sociale e che ne preclude lo sviluppo delle potenzialità. La capacità di risposta e di gestione territoriale, tanto per i fattori di pressione quanto per la qualità delle componenti ambientali, è stata in questi ultimi anni pressoché pari a zero. Cosi la pensa il segretario generale provinciale della Cgil Roberto Alosi:
“Altissima la perdita idropotabile superiore al 35%, scarsissima la gestione dei rifiuti in città, al palo la raccolta differenziata ancora al di sotto del 10%, allarmanti i dati che riguardano l’aria e l’inquinamento atmosferico, imbarazzante la sezione trasporto pubblico e il numero di auto private utilizzate (660 ogni 1000 abitanti).
E’ del tutto evidente, ormai, che nel tessuto urbano delle città si gioca la sfida dell’innovazione, della rigenerazione sociale, dell’integrazione e della sostenibilità ambientale. E, come si evince nitidamente dall’insieme dei dati di Ecosistema Urbano 2017, Siracusa è incapace di proiettarsi verso un paradigma urbano moderno in grado di rispondere a modelli di efficienza, accessibilità, vivibilità e di maggiore salubrità.
Per queste ragioni, occorre un deciso cambio di passo che definisca un piano per la città che intercetti risorse e garantisca investimenti, finalizzati a risalire velocemente la china e a colmare vuoti di competenza e di volontà politica che stanno condannando il nostro territorio ad un arretramento civile giunto ormai al capolinea”.