“Ci chiediamo e chiediamo, soprattutto agli enti preposti, in primo luogo al Comune e alla Soprintendenza, se queste sono le sbandierate “attività culturali espositive” affidate al privato dalla dodecennale concessione, e se siano anche solo compatibili con il rispetto dell’articolo 52 del Codice dei Beni culturali che prevede di “ assicurare il decoro dei complessi monumentali”. E’ questa la precisa introduzione che fa il comitato Ortigia Sostenibile all’indomani dell’evento “modaiolo” svoltosi all’interno del Castello Maniace. Ancor più grave, il transitare di alcune auto sul ponticello che collega piazza d’Arme al Castello. Una aberrazione! C’è da chiedersi se questa passerella era possibile e da chi è stata autorizzata. E si ritorna a interrogarsi sulla qualità e lo spessore culturale degli eventi che si approcciano al Castello Federiciano.
Ma torniamo a Ortigia Sostenibile col codice in mano: “Una precisa disposizione di legge, quest’ultima, più volte invocata da questo Comitato in precedenti casi di invasione del nostro Patrimonio storico, perché ritenuta alla base di ogni altra norma a tutela del decoro del Centro Storico e di altre aree della città con valori monumentali di uguale rilevanza, ma che, con l’evidenza dei fatti, risulta palesemente disattesa.
Nell’attesa che un procedimento d’indagine, tutt’ora in corso, definisca quale sia la reale portata degli eventuali abusi perpetrati sulla piazza d’Arme, il Comitato Ortigia Sostenibile dichiara di condividere tutte le azioni di lotta e di denuncia negli ultimi cinque mesi e ininterrottamente fino ad oggi condotte – in particolare da Italia Nostra, Comitato Parchi, Quartieri fuori dal Comune – che hanno messo in evidenza una serie di incongruenze e di illegittimità di notevole portata, con riferimento, in special modo, alla costruzione del chiosco-bar dalle pareti specchiate, riferito alle opere di “Archimede”.
Mentre è attuale l’ultima segnalazione da parte di comuni cittadini, poi riportata ampiamente dai mezzi stampa, riguardo la manifestazione dello scorso 27 ottobre, “Look of the Year” e del conseguente comunicato stampa emesso dalla società “Senza Confine”, nel quale la società suddetta dichiara la propria assoluta estraneità ai fatti. A smentire tale pretesa estraneità, ricordiamo invece, al riguardo, che ai sensi dell’articolo 3 e 15 del contratto di concessione, la società risulta “responsabile” della custodia e sorveglianza della piazza, compreso l’obbligo di fare osservare i divieti anche ai terzi, ai sensi del Codice dei Beni Culturali.
Rileviamo inoltre che la Soprintendente ai Beni culturali, ha dichiarato di non avere ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione all’ingresso e transito di autovetture dalla piazza d’Arme e addirittura attraverso il ponticello, fino al portale del castello e perfino all’interno del monumento. In questo caso, e a maggior ragione se esistesse l’autorizzazione, riteniamo a questo punto necessaria una segnalazione diretta all’Assessorato dei Beni culturali.
Rifacendo un passo indietro, a consuntivo di tutta questa clamorosa vicenda, attendiamo che si faccia chiarezza sulle molteplici carenze evidenziate a proposito di autorizzazioni espresse in materia urbanistica, marittima e paesaggistica, che hanno permesso la costruzione del chiosco-bar archimedeo, del tutto difforme – come si evince dai documenti ormai noti a tutti – dal progetto originario. E’ intenzione di questo Comitato, inoltre, segnalare quanto sopra al Servizio Tutela del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali, ai fini dell’adozione dei provvedimenti del caso.