La FP CGIL Siracusa chiede che siano sempre applicati i princìpi garantiti dalla Costituzione italiana, nonché dal quadro normativo internazionale, al fine di assicurare la corretta attuazione delle procedure previste dalla legge”.
“La Sicilia orientale è nuovamente testimone del braccio di ferro politico, nazionale ed europeo, causato dalla cosiddetta politica dei porti chiusi”. Lo afferma in una nota il segretario generale FP CGIL Siracusa José Sudano. “Alcune centinaia di naufraghi, versanti in condizioni umanitarie disastrose, sono stati – commenta Solano – tenuti in ostaggio sulle navi delle ONG che hanno prestato loro soccorso, sostituendosi al dovere degli Stati di soccorrere le persone in difficoltà, così come previsto dal diritto internazionale.
Tale incresciosa situazione, già osservata nel 2019, ha evidenziato – prosegue – l’insensibilità politica nei confronti degli ultimi, abbandonati in balìa delle onde e del maltempo, ai quali è stato concesso toccare terra dopo diversi giorni di agonia. È persino riduttivo circoscrivere la questione all’etica o all’insensibilità politica, in quanto il nuovo decreto “porti chiusi”, con sbarchi “selettivi” e respingimento del “carico residuale”, vìola le norme di diritto internazionale consuetudinario.
Suddetto provvedimento – conclude -vorrebbe investire operatori umanitari di compiti e mansioni che competono alle Autorità statuali, cui lavoratori subiscono le conseguenze della politica adottata dall’attuale Governo, in termini di incremento del carico di lavoro e dello stress lavoro-correlato”.