Ora sono a tutti gli effetti diventate aree residenziali, frazioni, quasi piccoli comuni. E se non fosse per la vicina Cassibile, che da anni rivendica la propria autonomia e mostra con orgoglio il suo stemma municipale, molte zone balnerari sarebbero completamente dimenticate dall’amministrazione centrale.
E cosi stamattina manifestazione pacifica con slogan e bandiere dei residenti delle zone marinare: dal Plemmirio a Fontane Bianche pronti a lagnarsi a due passi dal Comune, della mancanza di servizi, di illuminazione pubblica in particolare, di sicurezza e gestione complessiva del territorio “dimenticato”. Insomma, nonostante i lavori annunciati dal Comune qualche giorno fa, relativamente ai nuovi impianti di illuminazione pubblica, i residenti delle zone a mare replicano seccati: “Sono solo sette km, cioè tre strade. E le strade principali rimangono ancora al buio. Gli impianti ci sono ma restano spenti”.
I residenti della costa sono stanchi, delusi di aspettare decenni. Ora temono seriamente per la loro incolumità. “L’ultimo episodio crimonoso è stato sventato grazie al pronto intervento dei carabinieri di Cassibile – fanno sapere – ma il numero di furti in casa anche di giorno e con persone dentro resta comunque elevato”.
E poi c’è il problema atavico della raccolta dei rifiuti urbani per il quale, dicono, si attende ancora una mossa risolutiva da parte del Comune e dell’Igm contro un degrado esasperante e che non rende affatto giustizia a un luogo cosi meraviglioso incastonato tra cielo e mare.
La casa al mare è diventato bene ambito da qualche tempo. Non a caso l’esodo dalla città è sempre più dilagante, molte persone hanno deciso persino di rinunciare alla qualità dei servizi pubblici pur di andare ad abitare in quelle meravigliose zone.
“Ma ci sono troppe assenze, carenze e pressapochismo dell’amministrazione comunale – esclama Silvia D’Arrigo del comitato Fontane Bianche – Oggi però voglio puntare il dito anche contro gli imprenditori ed i cittadini siracusani. Dovevano essere qui con noi a protestare, perche questa non è una lotta del singolo ma della collettività”.