Un parco, o un polo, archeologico che non comprenda solo i beni culturali di Siracusa ma anche quei siti cosiddetti minori (perchè all’ombra dell’imponente Temenite) situati nei comuni limitrofi da ricondurre al fondatore unico Archia.
Insomma, a complicare le cose, modo di dire in un momento già delicatissimo in quanto è in ballo ancora l’istituzione del “semplice” parco archeologico della Neapolis di Siracusa, ci si mette anche Enzo Vinciullo il quale immagina un parco che comprenda, sì, la Neapolis, il Castello Eurialo, il museo Paolo Orsi. Ma anche il Tellaro, Megara Hyblaea (foto), Leontinoi, Akray di Palazzolo. Insomma, tutti quei “resti” che, erroneamente, vengono definiti “minori” rispetto al Teatro Greco di Siracusa che soffrono e che, per causa del “mastodonte archeologico”, restano chiusi, senza vita.
Questo il ragionamento di Vinciullo. “Siccome dal parco archeologico si dovrebbero ricavare almeno 12 miliardi delle vecchie lire l’anno, è chiaro che queste somme andrebbero ridistribuite su tutto il territorio – osserva l’ex presidente alla commissione bilancio Ars – Come dire che il fratello più grande provvedesse ai fratelli più piccoli, piuttosto che lasciarli morire di fame. Una parte delle risorse che si incassano per il teatro greco cosi andrebbe spesa per la valorizzazione e tutela dei siti minori”.
Vinciullo invita ancor più al sogno: “Provate ad immaginare per un attimo a cosa diventerebbe il Parco di Leontinoi! Altro che Teatro Greco di Taormina! Dunque, un parco archeologico “a macchia di leopardo”, proprio come indicava il mio disegno di legge regionale che solo per qualche voto, e qualche ora, non venne approvato a Palermo. Il museo Paolo Orsi, d’altronde, custodisce i resti di Lentini, Carlentini, Tellaro, Augusta, non racconta solo la storia di Siracusa. Persino di Lipari e Camarina. Varrebbe a maggior ragione il principio della sussidiarietà di Weber. Aiutare i più bisognosi”.
E come si dovrebbe chiamare allora questo Parco archeologico extra moena? “Immagino che il direttore del Museo Paolo Orsi, cosi come quello della Villa del Tellaro di Noto, o del museo di Lentini sarebbero entusiasti di condividere questo progetto di grande valorizzazione. Io, personalmente, – dice Vinciullo – lo chiamerei Archia! Perchè è Archia il fondatore supremo di Siracusa, di Akrai, Tellaro. Altrimenti, parco archeologico “Paolo Orsi”. Tanto, non è il nome ma il contenuto che interessa. E riconoscere il principio di sussidiarietà a beneficio di altri territori minori. Penso che i sindaci di Noto, Palazzolo, Augusta, Lentini saranno tutti d’accordo. Così come la maggior parte della città di Siracusa, città storicamente generosa oltre che gloriosa”.
Un momento di estrema sintesi da leggersi come momento di forza contrattuale nel novero della tanta chiacchierata della gestione dei beni culturali. “E poi si potrebbe immaginare un biglietto unico per il Teatro Greco di Siracusa, Santa Lucia di Mendola, Noto, Palazzolo, Pantalica, Siracusa, Megara Iblea e Lentini – dice ancora Vinciullo – condensati in una tre giorni di totale full immersion nella cultura greca. Un unicum mondiale soprattutto per il turista “colto”. (r.t.)