L’idea è di Fulvia Toscano, docente di latino e greco e patron del festival “Naxoslegge”, che da anni si occupa di storia delle donne insieme ad un’altra nota scrittrice siciliana, Marinella Fiume, con cui presto curerà un secondo volume “Viaggi di altro genere, la Sicilia delle donne”. “Non una rivendicazione ma la storia delle donne che non hanno mai avuto voce. Donne che da sole hanno intrapreso un viaggio nel mondo giungendo anche in Sicilia.
Molti dei volumi non sono mai stati tradotti, e allora quale miglior sede se non Villa Reimann per aprire una biblioteca delle viaggiatrici dell’800. Fulvia Toscano lancia anche la sfida di un laboratorio di giovani traduttori e traduttrici coinvolgendo gli studenti dell’Università. L’idea piace al Consorzio Universitario “Archimede” che ha ospitato ieri la presentazione del libro “Il Vulcano che pensa” a cura di Andrea Cerra e Fulvia Toscano nel “ritrovato” salone delle conferenze ricavato dalla dipendance della Villa e rimosso a nuovo dai volontari del Comitato Save Villa Reimann.
Sei autori alla ricerca del genius loci durante un loro viaggio sull’Etna, ognuno di loro ha preso in carico affettivo un territorio etneo e ne ha raccontato l’anima. “La prospettiva di questo viaggio – sottolinea Toscano – non è di una guida turistica tout court, ma di una topografia dell’anima che si inserisce nella collana della casa editrice del giovanissimo editore romano Francesco Giubilei”.
Il prossimo volume sarà intitolato “La sicilia delle Donne”, e il capitolo su “Le donne del Sud Est” sarà curato da Fabio Granata. Sarà un viaggio dentro l’anima dei luoghi attraverso i racconti di uno o più personaggi che, in qualche modo, incarnano la propria terra. Ma come nasce l’idea di dare voce alle donne viaggiatrici dell’800? hanno viaggiato nel mondo, per lo piu straniere. Tre anni fa a Taormina, in occasione della prima edizione del “Festival del Viaggio e dei Viaggiatori”, che da quest’anno troverà dimora a Siracusa, si iniziò a far luce sugli appunti di alcune donne straniere in viagigo in Sicilia grazie alla collezione di Damiano Calabrese il quale portò a Taormina circa 150 libri mai tradotti in italiano.
Da lì l’intuizione e l’opera di traduzione di Marinella Fiume che nel suo volume cita l’entomologa inglese Margaret Fontaine o Francoise Eliot che incarnarono il mito del grande viaggio al sud per confutare il pregiudizio del maschimismo e che quindi in Sicilia si poteva viaggiare da sole. Nella completa libertà del viaggio. (r.t.)