Voci, luci e colori con grandi ventagli sinonimo di vita e di morte, di gioia e di dolore, anche questa volta non hanno deluso le aspettative del folto pubblico che in religioso silenzio ha seguito Turandot, l’opera in tre atti e cinque quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata incompiuta da Giacomo Puccini e successivamente completata da Franco Alfano, messa in scena dal maestro Giordani il 3 settembre scorso, nel Teatro Antico di Taormina. Ha suscitato grande interesse e forti emozioni nei numerosi spettatori la storia della bellissima principessa determinata a non trovare marito e che, pertanto, ha ideato per i suoi pretendenti enigmi di quasi impossibile soluzione, che il giovane principe Calaf, che prima l’aveva maledetta per la sua crudeltà, e ora impressionato dalla regale bellezza di Turandot, decide, non temendo la morte, di risolvere affrontando la sfida e vincendola. E la vince non solo riuscendo a trovare la soluzione degli indovinelli, ma soprattutto conquistando il cuore della propria amata con la quale al termine dell’opera corona il suo sogno.
Elina Ratiani e Marcello Giordani (foto Enzo Italia)
Nel cast: Turandot è stata interpretata dal soprano georgiano Elina Ratiani, nei panni del Principe Ignoto Calaf si è calato il tenore Marcello Giordani, nel ruolo della fedele schiava Liù, Maria Luisa Lattante che ha sostituito la canadese Sharon Azrieli. Le tre maschere Ping, Pong e Pang sono state impersonate rispettivamente da: Giovanni Guagliardo, Enrico Terrone e Riccardo Palazzo, il padre Timur è stato Angelo Sapienza, Mandarino: Marco Zarbano, l’imperatore Altoum: Francesco Ruggeri, principe Di Persia (Franco Frisenna). Le ancelle: Letizia Seminara, Claudia Ceraulo. Sul palco il coro interscolastico “Vincenzo Bellini”, diretto dal maestro Daniela Giambra e il coro lirico siciliano, diretto dal maestro Francesco Costa. Maestri collaboratori: Gaetano Costa e Ivan Manzella, aiuto regista Mariarita Zappalà. La scenografia è stata firmata da Paola Avallato. Alfredo Danese e Massimo Leotta si sono occupati di parrucco e trucco. In scena grandi eccellenze, insomma, per una regia, targata Enrico Stinchelli che continua a dimostrare come si possa rispettare la tradizione proponendo soluzioni innovative grazie alla luce e alla tecnologia e che da grande conoscitore dell’opera ancora una volta né ha rispettato i canoni evidenziandone aspetti nascosti.
il regista Enrico Stinchelli (foto Enzo Italia)
Un flash mob in costume, alla vigilia della replica dell’opera lirica, ha promosso lo spettacolo tra le vie di Taormina. La prestigiosa produzione, firmata dalla Yap+ (Atelier Young Artist Plus) ha visto la collaborazione del Festival Pucciniano di Torre del Lago e dell’Opera Carolina di Charlotte. Tra gli enti che hanno dato il loro patrocinio allo spettacolo: la Regione siciliana, gli assessorati al Turismo, Sport e Spettacolo, e ai Beni culturali e il Comune di Taormina. Oltre a quello del regista Enrico Stinchelli, noto soprattutto per aver ideato e condotto il programma radiofonico La Barcaccia per la Rai i grandi nomi che hanno caratterizzato la messa in scena dell’opera sono stati quello del direttore d’orchestra e maestro concertatore James Meena e della costumista Franca Squarciapino, già Premio Oscar nel 1991.
Insieme con i protagonisti particolarmente apprezzata dall’uditorio è stata Maria Luisa Lattante che nel ruolo di Liù ha sostituito Sharon Azrieli costretta dai medici a un fermo per una patologia di natura allergica che interessa l’apparato respiratorio. Il soprano pugliese Maria Luisa Lattante è reduce da una fortunatissima Madama Butterfly a Polistena, un’estate per lei all’insegna dell’oriente. Con la rappresentazione di Turandot si è concluso il ciclo di appuntamenti estivi in Sicilia con l’opera lirica fortemente voluto dal tenore Marcello Giordani, iniziato con Tosca messa in scena ad Augusta il 27 luglio, proseguito con Turandot il 3 agosto a Siracusa e terminato a Taormina lo scorso martedì. “La duplice veste di tenore e produttore – ribadisce il noto e apprezzatissimo artista augustano – è una promessa d’amore che ho fatto al teatro. Sono stanco di assistere a produzioni messe in piedi solo per lucrare. La lirica è il nostro patrimonio culturale e va’ valorizzato e amato con la stessa dedizione dei personaggi pucciniani. Sono certo che produzioni liriche ambientate in scenari così suggestivi potranno attrarre un numero sempre maggiore di turisti”.
GUARDA IL VIDEO DI LORENZO DAVIDE SGROI