
La Sezione di controllo per la Regione Siciliana della Corte dei conti, ha pubblicato con una propria deliberazione il “Referto sulla gestione del ciclo dei rifiuti nella Regione Siciliana, sull’economia circolare e, in generale, sulle azioni a tutela dell’ambiente e di manutenzione e di valorizzazione del territorio”.
Il documento è il risultato dell’attività istruttoria condotta da giugno 2024 a giugno 2025, che si è articolata nella predisposizione di note istruttorie, nell’acquisizione di documentazione, nell’audizione di rappresentanti delle Amministrazioni coinvolte ed in un sopralluogo presso la discarica a gestione pubblica sita in località “Bellolampo” nel Comune di Palermo.
La Sezione della Corte ha riassunto in un documento di 224 pagine una serie di osservazioni sulle carenze riscontrate, puntando l’indice sui problemi di gestione, sull’impiantistica e sulla carenza di programmazione.
“In definitiva, questa Sezione rileva che, dal punto di vista gestionale, il ciclo dei rifiuti in Sicilia è caratterizzato da gravi carenze programmatorie, organizzative, gestionali, informative ed attuative, che determinano – a cascata – ancor più gravi inefficienze nella pianificazione, nel monitoraggio e controllo delle attività e, conseguentemente, nell’impiego delle risorse pubbliche”.
La Corte sottolinea in particolare le conseguenze della mancanza di una programmazione attendibile.
“Tuttavia, la carenza di una pianificazione attendibile rischia di inficiare, in partenza, il completamento di tutta la rete impiantistica integrata, come del resto dimostrano cinque lustri di gestioni commissariali, che avevano come obiettivo precipuo la realizzazione delle infrastrutture necessarie, ma che – anche per la mancanza di una visione di carattere generale – non hanno prodotto i risultati auspicati”.
La Corte denuncia la mancanza di chiarezza e di documentazione riguardo alle gestioni commissariali, che non ha consentito il controllo sulle relative attività per verificare in maniera puntuale quali infrastrutture pubbliche siano state realizzate con i fondi assegnati ai Commissari e quali di esse siano attualmente in funzione.
“Tra l’altro, più in generale, si riscontra una commistione – non giustificabile – tra le gestioni commissariali e la gestione ordinaria, non adeguatamente coordinate in un quadro unitario, ancorché, in entrambi i casi, sia sempre il Dipartimento dell’acqua e dei rifiuti a svolgere i compiti amministrativi”.
La Corte ha quindi formulato una serie di richieste, riassunte in 11 punti, alcuni dei quali riguardano il dimensionamento dei due termovalorizzatori in programma a Catania e Palermo, e l’impiantistica.
“8. fornire un riscontro informativo e tecnico sul dimensionamento dei termovalorizzatori e delle discariche, anche alla luce dei dati più recenti relativi ai flussi di rifiuti urbani;
9. fornire un riscontro completo sui Centri Comunali di Raccolta (CRR) attivi, programmati ed in corso di realizzazione sull’intero territorio regionale;
10. fornire aggiornamenti sui flussi di rifiuti trasferiti fuori Regione e sui relativi sovra- costi, anche in relazione alla realizzazione degli impianti previsti nel PRGRU del 2024”.
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